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Appalti irregolari con i fondi Expo: l’Anac invia gli atti a tre procure

L’Anac ha chiuso l’istruttoria sulle presunte irregolarità nella gestione dei fondi Expo in relazione ad alcuni appalti per l’informatizzazione del tribunale di Milano. Sul caso indagano tre procure: Milano, Brescia e Venezia. Nel mirino dell’organismo presieduto da Raffaele Cantone sono finite 18 procedure d’appalto, per nove milioni di euro.
A cura di Francesco Loiacono
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L'onda lunga di Expo, intesa non (solo) come ricadute positive della manifestazione, ma quanto come inchieste giudiziarie su presunti illeciti connessi all'Esposizione universale, prosegue. Oltre all'inchiesta che vede indagato per falso materiale e ideologico l'attuale sindaco di Milano Beppe Sala (per cui l'udienza preliminare è stata fissata per il 14 dicembre), nel mirino dell'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone erano finiti lo scorso febbraio anche alcuni appalti finanziati con fondi governativi stanziati nell'ambito dell'Expo. Si tratterebbe di soldi che il Comune di Milano ha avuto a disposizione tra il 2010 e il 2015, e con i quali sarebbero stati finanziati lavori per il miglioramento e l'informatizzazione del tribunale di Milano, proprio in vista del semestre dell'Esposizione universale.

L'inchiesta è nata da un reportage del blog "Giustiziami"

Parte di questi fondi però, secondo l'Anac, sarebbero stati assegnati in maniera diretta senza gara d'appalto. In altri casi i lavori commissionati non sarebbero stati proprio svolti. La vicenda era stata resa nota dal blog "Giustiziami", che aveva messo in moto l'attività dell'organismo presieduto da Cantone. Oggi l'Anac ha chiuso l'istruttoria, inviando tutti gli atti a tre procure: quelle di Milano, Brescia e Venezia, che hanno già aperto dei fascicoli d'indagine. A Milano indagano la procura ordinaria e la Corte dei conti: le procure di Brescia e Venezia sono state coinvolte in quanto Brescia è competente per eventuali reati commessi dai giudici di Milano, e Venezia è competente per eventuali reati commessi dalle toghe bresciane.

L'Anac avrebbe riscontrato anomalie in buona parte delle 25 procedure analizzate, che riguardano fondi per nove milioni di euro: il Comune di Milano secondo l'Anac "ha effettuato un improprio ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara", senza rispettare i "principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza nonché libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità".

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