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Alessandro, morto 21enne a San Vittore, la mamma contro l’archiviazione: “Non è stato un suicidio”

I familiari di Alessandro Gallelli, trovato senza vita nel febbraio del 2012 nella sua cella nel carcere milanese di San Vittore, si sono opposti oggi all’archiviazione del caso. I consulenti di parte sostengono che il ragazzo sia stato ucciso e poi inscenato il suicidio.
A cura di Valerio Renzi
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Alessandro Gallelli
Alessandro Gallelli

I familiari di Alessandro Gallelli, trovato morto in una cella a San Vittore a soli 21 anni nel febbraio del 2012, hanno chiesto che vengano effettuate nuove indagini sulla morte del ragazzo e che il caso non venga archiviato. I genitori non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio. I legali della famiglia, davanti al gip di Milano Mara Cristina Mannocci, hanno chiesto che si indaghi per il reato di omicidio volontario".

In aula erano presenti i fratelli del 21enne, rappresentati dal legale Gabriele Pipicelli, e i genitori rappresentati dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. Secondo i consulenti di parte la morte di Alessandro "non è compatibile con l'ipotesi suicidiaria prospettata dalla Procura" ma a "un omicidio mediante strozzamento con successiva attività di staging", ovvero di "manipolazione volontaria della scena criminis". Secondo questa ipotesi Alessandro sarebbe stato ucciso e poi inscenato il suicidio. Lo scorso 8 dicembre la protesta pubblica della mamma del ragazzo per chiedere giustizia.

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