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Alberto Veronesi: “Papà predicava l’eutanasia, ha rifiutato le cure”

Uno dei figli di Umberto Veronesi, Alberto, ha ricordato che il padre ha sempre predicato l’eutanasia: “Non ha voluto essere curato alla fine. Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto alcun prolungamento. Ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile”, ha detto alla camera ardente allestita a Palazzo Marino, a Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Migliaia di milanesi sono in coda per l'ultimo saluto a Umberto Veronesi, scomparso martedì all'età di 90 anni. Nella camera ardente allestita a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, uno dei figli dell'oncologo, il direttore d'orchestra Alberto, ha sottolineato una delle convinzioni del papà, portate avanti fino alla fine: "Mio padre ha sempre predicato l'eutanasia, cioè il diritto di non soffrire e in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine. Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto alcun prolungamento. Ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile".

Un altro figlio del luminare – che ha lasciato la moglie, sette figli e sedici nipoti – Paolo, anche lui oncologo, ieri aveva spiegato che le condizioni del padre erano improvvisamente peggiorate negli ultimi due mesi, senza però che fosse intervenuta una particolare malattia. Le parole del fratello Alberto lo confermano: "Se ne è andato in modo naturale, nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido. Pensavamo di festeggiare i suoi 91 anni il prossimo 28 novembre. Invece, adesso, ricordiamo l'ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita".

La camera ardente resterà aperta fino alle 22.30 di oggi e poi riaprirà domani dalle 8.30 alle 11, quando saranno celebrati sempre a Palazzo Marino i funerali laici: la cerimonia sarà trasmessa anche su maxi-schermi allestiti in piazza Scala.

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