“Al Pio Albergo Trivulzio di Milano bare in tutte le stanze”. Il video girato nella Rsa
I decessi di numerosi ospiti delle case di riposo in Lombardia sono un dramma nel dramma che la regione sta affrontando per via del Coronavirus. L’iscrizione nel registro degli indagati del direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Giovanni Calicchio, con l’accusa di epidemia colposa e omicidio colposo è l'ultimo atto finora di una delle inchieste aperte dalla magistratura relativamente a queste morti. Inchieste che chi ha frequentato il Pat nelle ultime settimane sapeva che si sarebbero abbattute a breve come una scure.
La ricerca della bara tra le decine adagiate sul pavimento delle stanze
Oltre alle denunce del personale della struttura c’è il comparto degli addetti alle onoranze funebri a segnalare le condizioni di emergenza in cui si trova la "Baggina", come viene chiamato dai milanesi lo storico ente assistenziale che ha festeggiato 250 anni. Le bare riempiono le sale del piano terra, in ogni stanza ci sono feretri in attesa di essere prelevati dai necrofori delle varie società. Una di queste ha fornito in esclusiva a Fanpage.it le immagini di una giornata qualunque nell’emergenza, con il rito della “ricerca” della bara tra le decine adagiate sul pavimento. La scena è surreale, con il necroforo che chiede indicazioni e il personale che lo guida in una caccia al tesoro tra feretri. “Forse è questa, no, forse quest’altra”, dicono mentre passano in rassegna le bare. In una stanza ce ne sono 11, in quella accanto "solo" 6. In quelle lungo il corridoio un numero imprecisato. Sono attimi concitati, finché non spunta quella giusta e la macchina organizzativa riprende a girare.
La procura indaga su almeno un centinaio di decessi
È un giorno qualunque al Pat, un giorno qualunque nell’emergenza. Secondo la procura sarebbero almeno un centinaio gli ospiti morti a causa del contagio da Covid-19 nelle ultime settimane, un numero eccessivo anche in un momento così delicato e, per certi versi, fuori controllo. L’inchiesta era partita proprio dalle denunce di medici e infermieri della struttura che avevano parlato di un “divieto” di utilizzare le mascherine nella prima fase dell’esplosione coronavirus. Una scelta – che la procura dovrà accertare – che avrebbe messo in pericolo i dipendenti e favorito una rapida diffusione del virus tra gli anziani.