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Strage di anziani nelle case di riposo: a Milano oltre 100 morti in due strutture del Corvetto

Oltre cento morti in poche settimane. È il bilancio, ancora provvisorio, di quanto sta avvenendo in due case di riposo del quartiere Corvetto, a Milano. “Soggetti a rischio sono stati dimenticati nonostante un modello di gestione tutto incentrato sulla cura ospedaliera, mentre a livello territoriale non è stata attuata un’efficace vigilanza”, denuncia la Comunità di Sant’Egidio, che progetta un piano di interventi con il Comune di Milano, Fondazione di Comunità ed Emergency.
A cura di Simone Gorla
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Più di cento anziani morti in poche settimane in due residenze sanitarie assistenziali di Milano. Una strage che ha un bilancio, purtroppo provvisorio, di 102 vittime su un totale di 434 ospiti delle strutture Casa Coniugi e Virgilio Ferrari gestite dalla Cooperativa Proges nel quartiere Corvetto. Non è chiaro quanto di questi siano positivi al covid-19, perché i tamponi sugli ospiti non sono stati effettuati.

Case di riposo, oltre cento morti al Corvetto

L'impennata dei decessi, che riguarda moltissime Rsa della Lombardia, è iniziata nel mese di marzo, con un incremento anomalo della mortalità (79 decessi a fronte dei 17 del marzo 2019). Nella Rsa Ferrari di via dei Panigarola quest'anno ci sono stati 43 decessi contro i 14 di un anno fa. Di questi, 18 sarebbero legati ad altre patologie, 18 avevano sintomi confermati di covid-19, infine 7 erano risultati positivi al tampone. Molti degenti sono in isolamento perché dichiarati positivi in ospedale e poi rimandati a casa. "I soggetti più a rischio sono stati dimenticati e lasciati soli, con un paradosso. In un modello di gestione tutto incentrato sulla cura ospedaliera, un errore concettuale che denunciamo da anni, con l'emergenza ci sono stati ritardi gravissimi nel prendere le necessarie misure sanitarie", denuncia Ulderico Maggi Sant'Egidio, "mentre a livello territoriale non è stata attuata un’efficace vigilanza. L’esigenza di liberare posti negli ospedali è stata fatta ricadere sulle Rsa mettendo a rischio i più deboli".

Centro diurno lasciato aperto e ritardi nei tamponi

La comunità di Sant'Egidio, presente da molti anni nella Rsa Ferrari con progetti di volontariato, denuncia una serie di gravi mancanze e sottovalutazioni. Tra queste la decisione di lasciare aperto il centro diurno, rimasto attivo su invito della Regione fino al 9 marzo. Uno spazio frequentato dagli anziani del quartiere che hanno continuato ad andare e venire con l'enorme rischio di diventare veicoli del contagio.

Sant'Egidio ricorda di aver chiesto "l’applicazione di protocolli adeguati, in primo luogo l’utilizzo dei dispositivi di protezione da parte del personale e degli anziani". Questo non è avvenuto, spiega Maggi. "Sarebbe stato opportuno effettuare il tampone su tutto il personale e sugli ospiti delle due Rsa, per identificare i malati e avviare una efficace compartimentazione. Non è stato fatto, anche per il divieto opposto dalla normativa regionale all’uso dei tamponi sui non sintomatici". Ma il problema, spiega il rappresentante di Sant'Egidio, non nasce oggi. "C'è un problema a monte dovuto all'approccio, con strutture enormi che non sono la risposta giusta per questi anziani. Poi sono venute le scelte sbagliate di chi doveva gestire l'emergenza. È una stratificazione di responsabilità.

L'intervento di Sant'Egidio, Fondazione di Comunità ed Emergency

In questo contesto di emergenza Sant’Egidio, il Comune di Milano, Fondazione di Comunità e Emergency stanno progettando un piano di interventi nelle Rsa. L'obiettivo è fornire attrezzature negli spazi compartimentati con malati di Covid che gli ospedali non accettano, ma anche mascherine e camici. Prevista la consulenza di un’équipe, con un medico esperto in gestione organizzativa sanitaria dell’emergenza, per aiutare nelle cure agli anziani contagiati lievi o medio-gravi, per il coordinamento del personale per le misure di prevenzione rispetto al Covid 19 e per le relazioni con gli anziani malati e i loro famigliari, per interventi con anziani con deperimento delle funzioni cognitive a causa dell’emergenza.

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