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Agguato a Milano, le prime parole di Enzo Anghinelli: “Non so chi mi ha sparato”

Ha parlato per la prima volta con gli inquirenti Enzo Anghinelli, il 46enne colpito da un proiettile alla testa lo scorso 12 aprile in via Cadore a Milano. Dopo due settimane, lo scorso 27 aprile Anghinelli si è svegliato dal coma: agli uomini della Squadra Mobile che indagano sul suo ferimento ha detto di non sapere chi gli abbia sparato.
A cura di Valerio Papadia
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"Non so chi ha sparato, non posso darvi indicazioni". Sono queste le prime parole che Enzo Anghinelli ha rivolto agli inquirenti che indagano sull'agguato del quale è rimasto vittima. Il 46enne, lo scorso 12 aprile, è rimasto vittima di un agguato in via Cadore a Milano: sei proiettili gli sono stati sparati contro, ma soltanto uno lo ha colpito, trapassandogli la testa e lambendogli il cervello. Dopo due settimane di coma farmacologico, lo scorso 27 aprile Enzo Anghinelli si è risvegliato: le poche parole, dette a fatica agli uomini della Squadra Mobile di Milano che indagano sull'agguato, sono il primo contatto che il 46enne ha avuto con gli inquirenti dal suo risveglio.

Enzo Anghinelli è sopravvissuto anche a un altro agguato

Quarantasei anni, precedenti penali per reati legati alla droga, lo scorso 12 aprile Enzo Anghinelli viene raggiunto da un commando mentre si trova a bordo della propria auto in via Cadore, in zona Porta Romana a Milano: sei proiettili esplosi contro di lui, ma solo uno va a segno, trapassandogli il cranio. Soccorso dal 118, il 46enne viene trasportato d'urgenza al Policlinico, dove versa in condizioni gravissime e in coma farmacologico fino al 27 aprile scorso, quando si risveglia. Adesso gli inquirenti dovranno fare luce sull'accaduto: senza l'aiuto del 46enne, che come detto ha riferito di non sapere chi gli abbia sparato. Già il 4 novembre del 1998 Anghinelli era stato vittima di un agguato: si trovava in viale Forlanini, sempre a Milano, quando qualcuno gli aveva sparato contro; tre proiettili l'avevano centrato. In quella occasione, era sopravvissuto grazie al lavoro dei medici dell'ospedale Fatebenefratelli: uno dei proiettili, però, gli è rimasto nel corpo.

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