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Aggressioni con acido, Martina Levato ammette solo due delle tre aggressioni

Martina Levato ha ammesso due delle tre aggressioni con l’acido: quella contro Barbini, suo ex fidanzato e quella contro Carparelli. “L’ho fatto per il mio uomo”, si è difesa davanti ai giudici.
A cura di Francesco Loiacono
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Martina Levato, a processo per associazione a delinquere per alcune aggressioni con acido avvenute a Milano nel corso del 2014, si è presentata venerdì mattina nell’aula al settimo piano del tribunale di Milano, dove è in corso il suo interrogatorio a porte chiuse. L’ex studentessa bocconiana è stata già condannata a 14 anni insieme al complice-amante Alexander Boettcher per aver sfigurato con l’acido Pietro Barbini. Nel procedimento in corso è imputata insieme a Boettcher e al loro presunto complice Andrea Magnani per l'aggressione a Stefano Savi e la tentata aggressione a Giuliano Carparelli, a quanto pare vero obiettivo della "coppia diabolica" e del loro complice.

Martina ammette due casi: "L'ho fatto per il mio uomo"

Martina Levato ha ammesso due delle tre aggressioni con l’acido: quella contro Barbini, suo ex fidanzato e quella contro Carparelli.  "Mi avevano fatto male. Sono stata trattata come oggetto sessuale" ha detto la ragazza, che ha negato però di aver partecipato all'aggressione di Savi. "Non lo conoscevo e non avevo nulla contro di lui", si è difesa.

"Ho avuto un'educazione tradizionale, sono stata cresciuta con certi valori, ma poi ho sbagliato. Ho avuto troppi uomimi, e Alexander di questo soffriva. Piangeva, era deluso da me. Per questo, prima di diventare madre, ho voluto risolvere alcune questioni. L'ho fatto per il mio uomo", ha raccontato levato ai giudici. Nel corso dell'interrogatorio, per la prima volta dall'inizio del processo, Martina Levato si è mostrata pentita: "Divenendo io stessa madre mi sono sentita partecipe per la prima volta della sofferenza della mamma di Pietro Barbini. Lei come me, anche se per diversi motivi, stava soffrendo".

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