Aggressioni con acido, Alex Boettcher condannato a 23 anni di carcere
Aggiornamento 18.50: Alexander Boettcher è stato condannato a 23 anni di carcere per le aggressioni con acido avvenute a Milano nel corso del 2014. La sentenza nel processo con rito ordinario in corso a Milano è arrivata a sorpresa nella serata di oggi, giorno in cui i legali del broker avevano chiesto l'assoluzione per il loro assistito "con formula piena".
Doveva essere il giorno dell'arringa difensiva dei legali di Alexander Boettcher, il broker a processo a Milano per le aggressioni con acido avvenute nel 2014. Alla fine, però, a sorpresa, è arrivata anche la sentenza dei giudici. L'avvocato Michele Andreano, all'inizio dell'udienza, aveva ribadito che Alex "sempre e sin dal primo momento si è dichiarato innocente e lo fa anche oggi, perché non ci sono prove né indizi che possano portare ad una sua responsabilità penale". La difesa del broker – assistito anche da Giovanni Maria Flora – ha presentato davanti ai giudici una memoria difensiva di 241 pagine. L'arringa è durata circa quattro ore, giustificate secondo la difesa dalla necessità di smontare tutte le prove prodotte dall'accusa. Per il pubblico ministero Marcello Musso, invece, che aveva chiesto 26 anni di carcere per Alexander, si è trattato di "intenti dilatori" per far slittare la sentenza.
La difesa di Alex aveva chiesto l'assoluzione con formula piena
Boettcher era a processo con l'accusa di associazione a delinquere e lesioni aggravate per tre episodi: le aggressioni a Stefano Savi, Giuliano Carparelli e Pietro Barbini. Per quest'ultimo agguato Boettcher è stato già condannato a 14 anni con l'ex compagna Martina Levato e rispondeva "solo" di associazione a delinquere. Proprio a Savi, sfigurato dall'acido e presente in aula al momento della lettura della sentenza, l'avvocato di Boettcher aveva rivolto il suo primo pensiero "come uomo e genitore": ma "Alex è innocente" , ha ribadito il legale, e "non ci sono prove per condannarlo".
La difesa del broker ha provato a minare la credibilità di Andrea Magnani, complice della banda dell'acido (formata anche da Martina) e già condannato a 9 anni per gli stessi episodi. Ma, soprattutto, la difesa di Alexander ha cercato di far capire ai giudici la necessità di mettere da parte "le suggestioni extralegali" che si sono create, numerose, intorno alla figura di Boettcher. Alimentate dai video choc, dai durissimi messaggi, dalle foto che hanno documentato il rapporto sadico che legava Alexander a Martina, madre di suo figlio. Ragazza che Alex ha sfregiato, umiliato, in un certo senso manipolato. Circostanze che però, secondo la difesa, non rientrano nel "puro diritto" e non potevano giustificare una sua condanna.
Il paragone con Pietro Pacciani
Nel corso dell'arringa i legali di Boettcher avevano sottolineato "l'atteggiamento teatrale, inquisitorio e suggestivo" del pm Musso, sottolineando il fatto che abbia scavato nell'intimo di Alexander e Martina. Al termine dell'arringa l'avvocato Andreano ha poi fatto un paragone tra il suo assistito e Pietro Pacciani, accusato di diversi delitti nel caso del "mostro di Firenze". Il legale ha letto un brano del libro "Diario di una difesa ovvero l'innocenza del mostro", scritto dall'avvocato di Pacciani, Rosario Bevacqua: "Non v'è imputato, per quanto infame possa essere la sua vita precedente, che non abbia diritto a un processo giusto, ma soprattutto a una sentenza giusta".
Per Stefano Savi una provvisionale di 1,2 milioni di euro
I giudici della XI sezione del tribunale di Milano non si sono evidentemente fatti convincere dai legali di Boettcher, chiudendo così in primo grado la storia giudiziaria di quanto avvenuto a Milano nel 2014. Nei confronti di Savi, sfigurato per errore perché molto somigliante a Giuliano Carparelli, i giudici hanno riconosciuto una provvisionale (ossia un pagamento immediato) di 1,2 milioni di euro. A Carparelli invece andranno subito 50mila euro, mentre ai famigliari di Savi 60mila euro ciascuno: padre, madre e fratello gemello del ragazzo si erano costituiti parti civili. In sede civile, successivamente, saranno determinati i risarcimenti totali.
Proprio da Savi, presente al momento della sentenza, è arrivata la prima dichiarazione sulla condanna a uno dei suoi aggressori: "Giustizia è fatta ma non posso ancora dire di essere felice. Sarò felice quando recupererò la vista". Su Boettcher lo studente ha detto: "Lui, così come la Levato, si è rovinato da solo".