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Aggressione al centro sociale Dordoni: indagati militanti di Casapound e antifascisti

Tre persone del centro sociale Dordoni sarebbero indagate per “rissa aggravata” e “lesioni” dopo gli scontri di domenica a Cremona contro Casapound. Il 49enne del Dordoni, finito in coma dopo essere stato colpito da una spranga, è stato risvegliato ma la prognosi resta riservata. Tensioni in vista della manifestazione di sabato, alla quale sono attesi collettivi antifascisti da tutta Italia.
A cura di Francesco Loiacono
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C'è molto fermento in tutta Italia in vista della manifestazione antifascista in programma sabato 24 gennaio a Cremona. Il raduno è stato organizzato dopo l'aggressione di stampo neofascista al centro sociale Dordoni, avvenuta domenica al termine della gara di Lega Pro tra Cremonese e Mantova. Una partita che, come è stato chiaro fin da subito, non c'entra nulla con gli scontri, nel corso dei quali un esponente 49enne del centro sociale, Emilio Visigalli, è finito in coma farmacologico per essere stato presumibilmente colpito con una spranga in testa da militanti di Casapound. Gli ultimi bollettini medici lasciano filtrare qualche speranza: il 49enne, secondo quanto riferito dai militanti del centro sociale, sarebbe infatti stato svegliato dal coma farmacologico in presenza della moglie, anche se la prognosi resta riservata.

Le indagini

Sul fronte delle indagini, intanto, ci sarebbe una novità. Dal suo account Twitter il centro sociale Dordoni ha infatti fatto sapere che tre suoi esponenti sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati per "rissa aggravata" e "lesioni".

Secondo il sito Cremonaoggi ci sarebbero degli indagati anche sul fronte di Casapound. Martedì in questura erano stati interrogati e identificati alcuni militanti, senza però procedere ad alcun fermo. Tra gli identifcati non comparirebbe Gianluca Galli, coordinatore provinciale di Casapound, che su un sito web ha ammesso di aver partecipato agli scontri fornendo però una versione tutta diversa sul ferimento di Visigalli: "Noi non avevamo bastoni e non abbiamo raccolto i loro. L’unica spiegazione è che gli sia arrivata per sbaglio una bastonata da uno dei suoi compagni. A quel punto noi gli abbiamo urlato di raccogliere il ferito e portarlo dentro, ma loro se ne sono fregati". Galli sarebbe stato medicato dalle ferite riportate in un ospedale lontano da Cremona, nel Bresciano. Una circostanza che, secondo Andrea Tornago, giornalista di Radio popolare, potrebbe far supporre l'esistenza di una vera e propria rete di protezione nei suo confronti.

In arrivo da tutta Italia

La notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati anche degli stessi compagni di Visigalli, seppure come "atto dovuto", potrebbe esasperare ulteriormente il clima che si respira a Cremona. Un clima che ha spinto il sindaco della città lombarda, Gianluca Galimberti, a lanciare un appello alla calma: "Nell'imminenza della manifestazione indetta per sabato 24 gennaio 2015, a seguito dei gravissimi episodi di violenza recentemente accaduti, confidiamo nel senso di responsabilità di tutti e auspichiamo che la compostezza dei comportamenti, impedisca che ragioni democratiche diventino torti agli occhi dei cittadini che dovessero ritrovarsi la città ferita e sfregiata", ha detto Galimberti, recatosi mercoledì mattina a rendere omaggio a partigiani ed ex reduci della Divisione Aqui.

Ma nel frattempo da tutta Italia sono arrivate manifestazioni di solidarietà al centro sociale Dordoni. A Milano, mercoledì sera, un corteo antifascista ha sfilato per la città da San Babila a piazza Fontana, anticipando quella che sarà la richiesta ufficiale dei diversi collettivi antifascisti in piazza a Cremona il prossimo sabato: la chiusura di tutte le sedi di Casapound in Italia. Autobus con manifestanti sono in arrivo da molte città, da nord a sud.

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