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Aggredì uno sconosciuto con una spranga a Milano: assolto per incapacità di intendere

L’uomo che nel gennaio del 2018 aggredì uno sconosciuto alla fermata di un tram a Milano, colpendolo con una spranga senza alcun motivo, è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. Al momento dei fatti non era infatti capace di intendere e di volere: soffre di disturbi schizofrenici e dovrà passare tre anni in una Rems, gli ex ospedali psichiatrici giudiziari. La vittima dell’aggressione ha riportato danni permanenti.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Aveva aggredito senza motivo uno sconosciuto con un tubo di ferro, mandandolo in ospedale. Il responsabile della folle aggressione, avvenuta il 23 gennaio dell'anno scorso a Milano, è stato assolto dall'accusa di tentato omicidio per totale incapacità di intendere e di volere. L'uomo, un 32enne originario del Camerun, per tre anni resterà in una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, gli ex ospedali psichiatrici giudiziari). Fin dall'inizio si era ipotizzato che l'autore di un'aggressione senza alcun motivo apparente potesse soffrire di disturbi psichici. E difatti una perizia disposta dal giudice per l'udienza preliminare Manuela Cannavale ha accertato che il 32enne soffre di disturbi schizofrenici e non era in sé al momento dell'aggressione. L'uomo era stato arrestato subito dopo i fatti, avvenuti alla fermata del tram 9 tra viale Sabotino e via Ripamonti e ha affrontato il processo con rito abbreviato al termine del quale sono arrivate l'assoluzione e l'affidamento alla struttura psichiatrica.

La vittima dell'aggressione ha riportato danni permanenti

La vittima del 32enne è un cittadino di nazionalità serba: ha avuto la sola colpa di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Vittima e aggressore non si conoscevano: il giovane camerunense, in un raptus dovuto alla sua condizione psichica, ha afferrato un tubo di ferro, una sorta di spranga nei pressi della fermata e ha aggredito alle spalle il serbo colpendolo tre volte alla testa. L'uomo aggredito non si era accorto di nulla perché indossava gli auricolari: ad assistere all'aggressione era stata una ragazza che aveva poi raccontato tutto alla polizia. La vittima dell'aggressione si è costituita parte civile al processo: l'uomo dopo le botte in testa era stato operato a seguito delle ferite riportate. Nella violenta e immotivata aggressione ha perso l'udito dall'orecchio destro e ha subito gravi conseguenze anche per quanto riguarda il senso del gusto: inoltre muove a fatica il braccio sinistro.

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