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Aereo cargo finito fuori pista a Orio al Serio: “Colpa del pilota”

A quasi due anni esatti dall’incidente all’aeroporto di Orio al Serio, gli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo hanno stabilito che l’aereo cargo della Dhl finì fuori pista per cause “principalmente riconducibili al fattore umano”. Non fu colpa delle difficili condizioni meteorologiche, ma del comandante e del copilota: il Boeing finì di traverso sulla superstrada, ma fortunatamente non ci furono vittime.
A cura di Francesco Loiacono
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L'aereo cargo finito fuori pista a Orio al Serio
L'aereo cargo finito fuori pista a Orio al Serio

Non furono il vento e la pioggia, ma fu principalmente un errore umano a causare l'incidente che, quasi esattamente due anni fa, fece finire un aereo cargo fuori dalla pista d'atterraggio di Orio al Serio, vicino Bergamo. Era la notte del 5 agosto 2016: le immagini del Boeing 737-400 della Dhl messo per traverso sulla superstrada che costeggia lo scalo bergamasco fecero il giro del mondo. Per quanto spettacolare, per fortuna l'incidente non fece alcuna vittima: gli unici due feriti, non gravi, risultarono alla fine il comandante e il co-pilota. Ed è proprio su di loro che si sono concentrati gli ispettori dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), che due anni dopo l'episodio sono giunti a una conclusione: "Le cause dell’incidente sono principalmente riconducibili al fattore umano".

A riportare stralci della relazione finale dell'Ansv è stato il "Corriere della sera": "L’incidente – scrivono gli ispettori – è stato provocato dall’uscita di pista in fase di atterraggio, determinata dalla perdita della situation awarness relativa alla posizione dell’aeromobile rispetto alla pista stessa". Il comandante, un ungherese 50enne con oltre diecimila ore di volo alle spalle, in sostanza non si sarebbe reso conto di trovarsi ormai troppo in là per poter atterrare in sicurezza. E il suo primo ufficiale, un connazionale di 29 anni e inesperto, non ebbe il coraggio di dire al comandante di "attaccare", ossia effettuare la procedura per cui si interrompe la manovra di avvicinamento alla pista. Entrambi, comandante e copilota, erano inoltre molto stanchi al momento del volo: tutti elementi che, unitamente alle difficili condizioni atmosferiche, influirono sull'incidente. In un primo momento, a un mese dall'episodio, era stato ipotizzato che a causare l'incidente potesse essere stata una raffica di vento. Indagini approfondite hanno invece svelato un'altra verità: "Ero assolutamente fiducioso di poter atterrare, potevo fare un atterraggio in sicurezza", aveva detto il comandante. È andata diversamente e solo per un caso fortuito – erano passate le quattro del mattino e le strade erano deserte – il grosso aereo cargo non aveva centrato alcuna vettura sulla superstrada.

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