Addio a Giovanni Ferrari: creò i nanetti Loaker e i personaggi de “La gabbianella e il gatto”
Il mondo dell'animazione piange la scomparsa di Giovanni Ferrari, disegnatore originario di Stienta (Rovigo) morto a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, lo scorso 9 dicembre. La notizia della sua morte è passata (colpevolmente) quasi sotto silenzio da parte dei media mainstream. A riportarla sono stati alcuni giornali locali, brianzoli e non solo. Adesso, complice forse l'atmosfera magica che le festività natalizie comportano, la figura di Ferrari e il vuoto che lascia la sua scomparsa sono tornate d'attualità. Perché Ferrari, morto all'età di 80 anni, nella sua vita e nella sua lunga carriera artistica ha regalato molta magia: ci sono la sua mano e la sua creatività dietro alcuni personaggi celebri del mondo della pubblicità e del cinema d'animazione. Dai nanetti dell'azienda Loaker ai personaggi del film "La Gabbianella e il Gatto" di Enzo D'Alò, tratto dal romanzo "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" di Luis Sepulveda. E ancora, recano la sua firma le animazioni della pubblicità Pirelli in onda su Carosello nel 1963 (i personaggi di Babbut, Mammut e Figliut), le animazioni del film di Maurizio Nichetti "Volere volare" e quelle del lungometraggio "Allegro ma non troppo", realizzato in collaborazione con Bruno Bozzetto.
Il ricordo di Bruno Bozzetto: Ho perso un grandissimo amico
Proprio il noto disegnatore, all'indomani della scomparsa di Ferrari, ne ha tracciato uno struggente ricorso su Facebook: "Ho perso un grandissimo amico. E’ sempre triste e difficile dare simili notizie, ma quando mancano persone del livello di Giovanni Ferrari, non si trovano davvero le parole, perché era una delle persone più care che abbia mai conosciuto. Un fantastico animatore e disegnatore con cui ho avuto l’onore di collaborare alcuni anni e che ha saputo dare vita, umanità e splendore a tutti i personaggi che animava. Una persona semplice e cordiale – ha aggiunto Bozzetto – sempre sorridente e disponibile, di una bontà assoluta e di una bravura tale nel disegno e nell’animazione che non aveva uguali. Grazie a lui in Allegro non troppo hanno preso vita personaggi indimenticabili, come il Gatto del valzer Triste di Sibelius, i Dinosauri del Bolero di Ravel, l’ape laboriosa del Concerto di Vivaldi e L’Uccello di Fuoco di Strawinsky. enza dimenticare la contagiosa risata di Stripy in Scacciapensieri, il gatto dal dito dolorante di Help, e tanti altri ancora".
Ha continuato a dipingere e insegnare fino all'ultimo
Giovanni Ferrari si era trasferito a Milano nei primi anni Sessanta, dopo aver studiato arte alla scuola comunale Dosso Dossi di Ferrara ed essersi diplomato all’istituto d’arte Venturi di Modena. Nel capoluogo lombardo conobbe la moglie Pina, che adesso ha lasciato assieme alle figlie Valeria e Silvia e ai suoi nipoti Romeo, Giulia e Viola. Da tempo viveva a Villasanta, vicino Monza, dove anche da pensionato continuava a dedicarsi all'arte: insegnava pittura al "Circolo amici dell'arte" e continuava lui stesso a dipingere: "In tutti i suoi bellissimi quadri ho ritrovato l’animo poetico, la delicatezza e quella rara capacità di osservazione che lo distingueva tra tutti – ha scritto Bruno Bozzetto – Un duro colpo, non solo per me, che l’ho sempre considerato un artista unico e meraviglioso, ma per tutto il nostro mondo, che con lui perde un animatore che lavorava col cuore più che con la matita, e che sarà impossibile dimenticare".