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Abba, 19enne ucciso dal razzismo a Milano: a oltre 10 anni dalla morte c’è solo la targa degli amici

Abdoul Guiebre, per tutti Abba, venne ucciso il 14 settembre del 2008 in via Zuretti a Milano perché accusato di aver rubato una merendina. Aveva 19 anni: due gestori di un bar, padre e figlio, lo presero a bastonate dopo avergli urlato insulti razzisti. A oltre dieci anni dalla morte in memoria del ragazzo c’è solo la targa posta dagli amici nel decennale dell’omicidio: “Abba-Abdoul Guiebre. Ragazzo, cittadino del mondo. Ucciso dal razzismo”. Manca ancora il riconoscimento annunciato dal Comune.
A cura di Francesco Loiacono
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La targa posta dagli amici di Abba in via Zuretti nel decennale della sua morte (Facebook: Usb Lombardia)
La targa posta dagli amici di Abba in via Zuretti nel decennale della sua morte (Facebook: Usb Lombardia)

A oltre dieci anni dalla morte di Abdoul Guiebre, per tutti Abba, in via Zuretti a Milano in memoria del ragazzo 19enne assassinato perché accusato di aver rubato dei biscotti c'è solo la targa posata lo scorso anno dai suoi amici: "Abba-Abdoul Guiebre. Ragazzo, cittadino del mondo. Ucciso dal razzismo". A completarla le due date, quella di nascita (1 marzo 1989) e quella di morte, il 14 settembre del 2008. Abba era nato in Italia da una famiglia originaria del Burkina Faso, dove ora il ragazzo è sepolto. Viveva a Cernusco sul Naviglio assieme ai genitori e ai fratelli e amava molto Milano. La sera dell'omicidio Abba stava andando a un concerto: si era fermato con alcuni amici in un bar dove i titolari, padre e figlio, lo accusarono di aver rubato dei biscotti. Abba venne insultato per il colore della sua pelle – "Sporco negro" gli urlò uno dei due – e non ebbe il tempo di difendersi: venne colpito a bastonate e ucciso. Per quell'omicidio i gestori del bar sono stati condannati a 15 anni e quattro mesi, senza però l'aggravante razziale.

I ritardi del Comune

La memoria di Abba è ben presente in città: "Abba vive" si può leggere su alcuni muri del capoluogo lombardo. Eppure, mentre le iniziative degli amici del ragazzo sono molteplici e si rinnovano di anno in anno, quelle istituzionali accusano qualche ritardo. Lo scorso anno, in occasione del decennale del brutale assassinio, gli amici di Abba avevano posato in via Zuretti la targa che doveva essere solo una di quelle dedicate al 19enne: l'altra doveva essere affissa dal Comune. Eppure, quando ormai siamo nel 2019 e dall'omicidio di Abba sono trascorsi oltre dieci anni, Palazzo Marino non ha ancora provveduto a onorare la memoria del giovane. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Repubblica", che ha sollevato il caso, si tratterebbe solo di un ritardo di natura tecnica, legato al mancato appalto per la realizzazione delle targhe. Una conferma indiretta arriva dall'avvocato che all'epoca si occupò del caso assistendo i famigliari di Abba, Mirko Mazzali, oggi delegato alle periferie per il sindaco Beppe Sala: "So che il Comune è intenzionato a metterla, forse c'era solo una valutazione su cosa scrivere", ha spiegato Mazzali, chiarendo però che il fatto che Abba avesse la pelle nera ha avuto un ruolo importante nel delitto, nonostante non sia stata contestata l'aggravante razziale. "È il tipico caso di uno che si è fatta giustizia da sé – ricorda poi Mazzali parlando dell'omicidio – uno che ha ammazzato una persona che era entrata nel bar per prendersi una merendina senza pagare. Il clima già allora era quello, adesso è peggiorato ulteriormente", conclude Mazzali. Ora si attende che il Comune si attivi: nel frattempo la targa degli amici resta la sola a ricordare Abba, un ragazzo "cittadino del mondo e ucciso dal razzismo" la cui morte non è bastata per evitare di far scivolare il nostro Paese in un clima ancora più ostile nei confronti degli stranieri.

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