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A Cremona un concerto di musica classica per mucche: “Così il latte diventa più buono”

Cremonafiere ha organizzato un concerto di musica classica per un pubblico particolare: le mucche. Per loro si sono esibiti artisti internazionali come Andreas Kern e Roberto Prosseda. Alla base del concerto una ricerca sui positivi effetti dell’ascolto di musica classica sulla produzione di latte e un obiettivo: sottolineare l’importanza della classica come diritto di tutti.
A cura di Francesco Loiacono
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(Foto: pagina Facebook Cremonafiere)
(Foto: pagina Facebook Cremonafiere)

Un concerto di musica classica per un pubblico particolare: le mucche. È quello organizzato negli scorsi giorni nell'azienda agricola Cantarane di Cremona da Cremonafiere, ente che organizza importanti rassegne internazionali dedicate alla musica e alla zootecnia. L'obiettivo del concerto, nonostante le apparenze, era molto serio: scoprire gli effetti della musica classica sulla produzione di latte. Secondo quanto affermato da uno studio della Leicester University, infatti, l'ascolto di Mozart, Chopin e tutti gli altri grandi compositori influisce in positivo sulla qualità del latte prodotto dai bovini. Si tratta in realtà di una ricerca del 2001, che metteva in relazione non tanto il genere musicale, quanto la "dolcezza" del tempo musicale ascoltato dagli animali.

Il concerto di musica classica per mucche

In ogni caso, per essere sicuri di non deludere il ruminante pubblico, Cremonafiere ha invitato a esibirsi nomi di spicco: i pianisti Andreas Kern e Roberto Prosseda e il violinista Fabrizio Von Arx. I tre si sono esibiti e sono stati ripresi durante l'esecuzione: il video, annuncia Cremonafiere, "verrà distribuito nelle prossime settimane sui principali canali online e sui social network". Ai tre musicisti non è certo mancata l'ironia: "Di solito mi rifiuto di suonare per un pubblico che mangia durante l'ascolto, ma per le mucche posso fare un'eccezione. Tanto più che non parlano durante il concerto", ha detto il pianista e conduttore tv tedesco Kern. Prosseda ha invece sottolineato la serietà del progetto: "Si tratta di un esperimento assolutamente serio che nasce dalla nostra convinzione che la musica sia un patrimonio da condividere anche nella natura, e che può avere benefici effetti anche in chi non ha la cultura per capire un ascolto consapevole: come, appunto, le mucche".

La musica classica cerca di aprirsi a tutti

Insomma, non solo migliorare la qualità del latte prodotto dalle mucche ma anche dimostrare al pubblico umano che, se la musica classica fa bene agli animali, a maggior ragione può esercitare i suoi benefici effetti sull'uomo. Il progetto, dall'evocativo nome "Happy cow concert", è stato insomma un modo intelligente per unire i due mondi rappresentati da Cremonafiere e al tempo stesso "focalizzare l’attenzione del pubblico e dei media sull’importanza della musica classica, non solo come elemento fondante della nostra cultura, ma anche come diritto di tutti, anche di chi non ha mai avuto occasione di ascoltarla o non ha avuto i mezzi per comprenderne i contenuti".

Da tempo il mondo della classica prova ad avvicinarsi al grande pubblico: a Milano lo fa con i concerti gratuiti in piazza Duomo – che registrano sempre migliaia di spettatori – e sempre più artisti, tra cui lo stesso Prosseda, insistono sull'importanza della divulgazione della musica classica a un pubblico che vada oltre la ristretta cerchia degli appassionati, attraverso quella che è una sorta di educazione all'ascolto.

Cremonafiere ha scelto una strada diversa: unire due mondi soltanto in apparenza lontani. Già, perché in fondo chi non ricorda con piacere la scena dell'ultimo film di Sorrentino, Youth, in cui Michael Caine "dirige" alcune sparute mucche al pascolo? Il regista napoletano forse ha solo anticipato i tempi: al prossimo concerto di Cremonafiere, magari, le mucche non saranno solo semplici spettatrici.

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