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170 anni fa le Cinque giornate di Milano. Sala: “I milanesi sanno essere uniti di fronte alle difficoltà”

A 170 anni di distanza, il sindaco di Milano Beppe Sala ha partecipato alla cerimonia per ricordare le Cinque giornate di Milano, l’insurrezione popolare contro gli austriaci: “Voglio ricordare lo spirito che da sempre ci contraddistingue come milanesi: quando abbiamo poco sappiamo farci forza e di fronte alle difficoltà sappiamo essere uniti, senza arrenderci mai”.
A cura di Francesco Loiacono
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Le 5 giornate di Milano, acquerello di Felice Donghi (Foto da Wikipedia)
Le 5 giornate di Milano, acquerello di Felice Donghi (Foto da Wikipedia)

Il 18 marzo del 1848 iniziava quella che è stata una delle insurrezioni simbolo del Risorgimento italiano, che passerà alla storia come le "Cinque giornate di Milano". A 170 anni di distanza, oggi il sindaco Beppe Sala ha partecipato sotto la pioggia a una cerimonia in piazza Cinque giornate, lanciando un appello a tutti i suoi concittadini: "170 anni fa Milano combatteva per la sua libertà, dando inizio il 18 marzo 1848 alle Cinque Giornate. Nel commemorare un anniversario così importante per la nostra città, voglio ricordare lo spirito che da sempre ci contraddistingue come milanesi: quando abbiamo poco sappiamo farci forza e di fronte alle difficoltà sappiamo essere uniti, senza arrenderci mai. Un pragmatismo che arriva fino ai giorni nostri e che ci deve dare la consapevolezza di continuare a fare meglio e ancora di più, sapendo quali sono le nostre energie e le nostre risorse, senza lasciare indietro nessuno", ha detto il sindaco. Un pensiero rivolto in particolare alle periferie, zona della città verso cui il sindaco vuole rilanciare la propria azione di governo anche dopo l'esito del voto, che ha penalizzato il Pd proprio nelle zone più periferiche della città.

Cosa furono le Cinque giornate di Milano

Le Cinque giornate di Milano furono un'insurrezione contro il governo austriaco di Milano, che iniziò il 18 marzo del 1848. I milanesi, agli ordini tra gli altri di Carlo Cattaneo, Gabrio Casati e Cesare Correnti, approfittando di una contemporanea rivolta a Vienna diedero vita a una protesta che, nata pacificamente in piazza dei Mercanti, ben presto si trasformò in una vera e propria rivolta di popolo. Si combattè strada per strada, erigendo barricate e con armi improvvisate, come fucili reperiti nei musei. L'esercito austriaco, guidato dal maresciallo Radetzky, colto di sorpresa fu costretto ad asserragliarsi all'interno del Castello Sforzesco. Da lì si riorganizzò, ma nel giro di cinque giorni fu costretto a capitolare e Milano potè festeggiare il suo governo provvisorio.Non durò a lungo: l'intervento dell'esercito piemontese, che diede vita di fatto alla prima guerra d'Indipendenza, si concluse alla fine con la sconfitta. Il 6 agosto gli austriaci rientrarono a Milano, ma le "Cinque giornate" restarono comunque vive nella memoria e nell'animo di tutti i milanesi negli anni e nei secoli a venire.

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