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Stretta sui centri massaggi in Lombardia: i clienti dovranno fornire i propri dati

Dopo i numerosi casi di cronaca e la recente inchiesta di Fanpage.it sulla prostituzione nei centri benessere, la Regione Lombardia prepara una “stretta” sulle strutture in cui si praticano massaggi. La commissione Attività produttive ha infatti dato parere favorevole a una nuova proposta di regolamento del settore, che prevede tra le altre cose che i clienti debbano lasciare i propri dati, anche anagrafici, per autocertificare i trattamenti ricevuti.
A cura di Francesco Loiacono
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La Regione Lombardia prepara una "stretta" sui centri massaggi, al centro in questo periodo di numerosi episodi di cronaca. La commissione Attività produttive ha infatti dato parere favorevole a una nuova proposta di regolamento del settore. Tra le novità che si vogliono introdurre c'è la cosiddetta autocertificazione: i clienti dei centri massaggi dovranno fornire i propri dati anagrafici per certificare il tipo di trattamento ricevuto, firmando una liberatoria che li informerà anche delle controindicazioni relative ai trattamenti e ai prodotti utilizzati durante gli stessi.

Il relatore del provvedimento è il consigliere di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato: "Fino ad oggi per aprire un centro massaggio era sufficiente compilare un modulo e inviarlo allo Sportello unico attività produttive. Ora finalmente introduciamo un sistema di controlli più idoneo", ha affermato l'ex vicesindaco di Milano all'agenzia Ansa.

Se, da un lato, i clienti dovranno rinunciare all'anonimato, dall'altro i titolari dei centri massaggi dovranno dotarsi nelle loro strutture di presidi di primo soccorso e non potranno utilizzare attrezzi taglienti, nemmeno monouso. Fino ad ora l'attività dei centri benessere era regolata dalla Legge regionale numero 3 del 2012, all'articolo 4 bis. Nello stabilire che "il centro massaggi di esclusivo benessere è un centro massaggi aperto al pubblico, dotato di postazione di massaggio, senza alcun macchinario estetico, i cui trattamenti non hanno alcuna finalità estetica", la legge sottolineava poi come, unitamente alla presentazione della segnalazione certificata di inizio attività allo Sportello unico per le attività produttive (Suap) territorialmente competente, i centri dovessero presentare una dichiarazione "relativa al rispetto delle norme igienico-sanitarie, edilizie e di tutela della salute sui luoghi di lavoro".

La prostituzione nei centri massaggi cinesi e italiani

La cronaca, recente e degli scorsi anni, racconta come, in diversi casi, le forze dell'ordine abbiano smascherato il giro di prostituzione che si nasconde dietro molti centri massaggi, soprattutto gestiti da cittadini cinesi. Una recente inchiesta di Fanpage.it ha dimostrato come ciò valga anche per i centri gestiti da italiani, che in questa maniera riescono a fronteggiare la concorrenza dei centri benessere cinesi, sorti in gran numero a Milano negli ultimi anni. Nelle strutture, oltre ai massaggi tradizionali, vengono offerte in diversi casi prestazione sessuali a pagamento che possono arrivare anche a rapporti completi. Obbligando i clienti a fornire le proprie generalità la Regione confida forse di poter arginare un fenomeno la cui effettiva portata è difficilmente quantificabile.

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