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Milano, i cittadini si fanno giustizia da sé: 10 denunce per l’incendio al “palazzo del degrado”

Dieci cittadini del quartiere Adriano, a Milano, sono indagati per aver dato fuoco lo scorso 4 settembre a quello che viene definito il “palazzo del degrado” di via Adriano: uno stabile abbandonato che ospita senzatetto e sbandati. I 10 avrebbero agito dopo un “passaparola”: esasperati per la situazione hanno deciso di farsi giustizia da sé, entrando nel palazzo, in quel momento vuoto, con taniche di benzina e fuochi pirotecnici.
A cura di Francesco Loiacono
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L'interno di un palazzo abbandonato nel quartiere Adriano
L'interno di un palazzo abbandonato nel quartiere Adriano

Non criminali, ma cittadini del quartiere Adriano, a Milano. Nove italiani e un sudamericano. Sono le persone denunciate per aver dato fuoco a quello che viene definito il "palazzo del degrado" di via Adriano, un vero e proprio albergo per senzatetto. Il rogo era stato appiccato lo scorso 4 settembre: da subito fu chiara l'origine dolosa. Adesso, dopo le indagini della Digos, emerge il pericoloso contesto nel quale è maturato: sarebbe nato tutto da un "passaparola" tra residenti che frequentavano lo stesso bar, tutti esasperati dalle condizioni di degrado in cui versa da anni la palazzina dopo il fallimento della proprietà.

Il gruppo di cittadini, tutti o quasi incensurati e che si conoscevano tra loro superficialmente, hanno deciso di partecipare assieme al blitz, compiuto quando nel palazzo non c'era nessuno. Con taniche di benzina e fuochi d'artificio si sono introdotti nello stabile dando fuoco a materassi, coperte: i giacigli di fortuna di chi vi abita. Una sorta di rappresaglia contro chi, a loro parere, era l'autore di numerosi episodi di microcriminalità nel quartiere. Una vera e propria giustizia sommaria di un gruppo di cittadini che si è sostituito alle forze dell'ordine e alle istituzioni, forse fomentato da una certa politica che soffia sul fuoco dell'insicurezza, ma sicuramente delusa dall'altra parte che minimizza i problemi che sicuramente ci sono.

A incastrare i dieci, che ora dovranno rispondere di incendio doloso e detenzione illecita di materiale esplodente, le testimonianze raccolte in zona subito dopo il rogo e le immagini estrapolate dalle telecamere municipali. Ma gli stessi indagati avrebbero ammesso le proprie responsabilità, giustificandole con il risentimento e l'esasperazione per la situazione. Il palazzo è tuttora oggetto di una procedura fallimentare non ancora risolta. L'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza subito dopo l'incendio ha ricordato come il controllo dello stabile sia continuo, con sgomberi periodici. ma evidentemente ad alcuni residenti non è bastato.

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