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Ventimila milanesi in piazza per ripulire la città dopo le devastazioni

Alle 16 di domenica 3 maggio in 20mila si sono presentati all’appuntamento in piazza Cadorna per ripulire le strade di Milano devastate dai violenti durante il corteo del primo maggio. Alla manifestazione, sponsorizzata dal Pd, non ha partecipato l’opposizione.
A cura di Francesco Loiacono
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Domenica 3 maggio, alle ore 16, Milano e i milanesi si sono ritrovati in piazza Cadorna per ripulire la città devastata dai violenti scesi in piazza il primo maggio. In ventimila, con pennelli e teli, sono passati dai muri e dalle strade vandalizzate durante il corteo No Expo dai manifestanti più violenti, dando quel forte segnale auspicato dal sindaco Pisapia alla vigilia della manifestazione. Il primo cittadino, molto applaudito dai presenti, è stato invitato da uno dei vip presenti all'iniziativa, Claudio Bisio, a ripensare alla sua decisione di non ricandidarsi per le Comunali del 2016. Il sindaco ha poi comunicato alla folla di aver ricevuto in mattinata una telefonata dal Presidente della Repubblica nella quale Mattarella si diceva "entusiasta della risposta che ha dato Milano".

Mostrare il vero volto di Milano

"Una manifestazione civica, per dare un forte segnale di civiltà, per mostrare il vero volto di Milano, che non si lascia intimorire da quanto accaduto nel pomeriggio dell’1 maggio in alcune vie della città", spiegava la nota del Comune che invitava all'azione tutti i milanesi. Molte persone, in realtà, si sono già attivate subito dopo le devastazioni del pomeriggio di venerdì: in tanti hanno iniziato a ripulire le vetrine dei negozi e i muri dalle scritte e a spazzare via i vetri in frantumi. Il lavoro da fare però è ancora tanto: il bilancio finale degli scontri parla di 17 auto incendiate e altre dieci danneggiate, 13 banche e 12 esercizi commerciali di ogni tipo – dalla pasticceria Venchi di piazza Cadorna a boutique di parrucchieri, da negozi di surgelati ad agenzie immobiliari – distrutti. E poi ancora un ascensore della metro rotto a Cadorna, sedili della metro divelti, paline informative, semafori e cartelli stradali divelti. E soprattutto scritte sui muri, tag, slogan contro l'Expo, contro la Tav, contro le trivellazioni, persino motti latini scritti in maniera sbagliata – "Si vens pacem para bellum", si legge in via Guido D'Arezzo – seguendo le quali è possibile capire da dove è passata la manifestazione di venerdì.

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I milanesi ripuliscono la città

Per i danni la Regione di Roberto Maroni, che vuol far causa ai centri sociali – anche se i No Expo stanno cercando da giorni di fare un distinguo tra manifestanti pacifici e violenti autori dei danneggiamenti -, ha stanziato 1,5 milioni di euro. Palazzo Marino ha però spiegato che sta ancora raccogliendo segnalazione da cittadini e imprese e che una stima completa arriverà alla fine della prossima settimana. Intanto però la città si mobilita: "Insieme possiamo dare un forte segnale di civiltà e dimostrare il vero volto della nostra città che non si lascia intimorire", ha detto il sindaco Giuliano Pisapia. Amsa, con 100 uomini e gli addetti del Nucleo intervento rapido del Comune sono già al lavoro: domenica pomeriggio a disposizione dei cittadini c'erano pennelli, guanti e teli di plastica presso l’istituto delle Orsoline, il nuovo mercato della Darsena – è stato saggio far partire da un luogo inaugurato la settimana prima la manifestazione? – i caselli daziari di XXIV Maggio e piazzale Cadorna.

Su Twitter circola l'hashtag "Nessuno tocchi Milano". In piazza Cadorna sono scese l’Anpi, i City Angels, i comitati civici e personalità e vip milanesi come Claudio Bisio, Sergio Escobar e Nando Dalla Chiesa. Non c'erano però le opposizioni, forse perché l'iniziativa è sponsorizzata dal Pd. Il leader leghista Matteo Salvini, invitato da Pisapia, ha preferito disertare e organizzare un presidio alternativo, così come il resto del centrodestra. E così anche di fronte a una Milano in fiamme prevalgono logiche da imminente campagna elettorale per le Comunali 2016.

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