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CasaPound, no del prefetto al raduno. Ma i militanti vanno avanti con i preparativi

È caos intorno al raduno nazionale di CasaPound, che dovrebbe iniziare venerdì 11 settembre alle 18. Il sindaco di Castano Primo ha revocato i permessi per lo svolgimento della manifestazione nel suo comune. No anche dal prefetto, ma i militanti proseguono con i preparativi.
A cura di Francesco Loiacono
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Update 15.00: A poche ore dall'inizio del raduno nazionale di CasaPound a Castano Primo, in provincia di Milano, la situazione è divenuta se possibile ancora più paradossale. Oltre al no del sindaco della località, infatti, è arrivato anche il divieto ufficiale del prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca a svolgere la manifestazione. Ma gli esponenti del movimento di estrema destra non sembrano voler rispettare le indicazioni: in tanti sono al lavoro nei pressi della tensostruttura che dovrebbe ospitare circa tremila simpatizzanti, e che potrebbe essere presto circondata da circa 500 uomini delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Difficile che si proceda con lo sgombero, che è caldeggiato dal sindaco di Castano. Probabile quindi che la festa si tenga lo stesso, nonostante il no delle istituzioni. Un episodio che sicuramente scatenerà molte polemiche.

È caos intorno al raduno nazionale di CasaPound, che dovrebbe iniziare alle 18 di venerdì 11 settembre. Condizionale d'obbligo, dal momento che al momento il movimento di estrema destra non ha ancora una sede dove ospitare i circa tremila simpatizzanti attesi. Quella che era stata scelta dal prefetto di Milano, una tensostruttura a Castano Primo, comune a circa 4o chilometri da Milano, è stata infatti revocata dal locale sindaco, Giuseppe Pignatiello. Motivo: il primo cittadino si è sentito ingannato, dal momento che l'associazione che aveva chiesto i permessi, che si presentava come un'organizzazione sportiva, "La focosa", non aveva accennato a contenuti politici. Si è scoperto in realtà che si trattava di una "branca" sportiva degli stessi "fascisti del terzo millennio". Ma per il sindaco c'è anche un motivo d'ordine pubblico: la struttura infatti può ospitare solo 200 persone, mentre se ne attendono molte di più. Il suo dietrofront è stato motivo di tensione: il sindaco è stato infatti minacciato da alcuni militanti del movimento, ma no sembra intenzionato a fare passi indietro.

CasaPound, no al raduno a Castano Primo

Dall'altra parte c'è CasaPound: i militanti hanno continuato come se nulla fosse ad allestire la tensostruttura fino alla tarda serata di giovedì. Il leader nazionale, Gianluca Iannone, che già nel corso di una conferenza stampa si era lamentato con il Comune di Milano, a suo dire "talebano" per aver impedito la manifestazione sul suo territorio, al quotidiano Affaritaliani ha fatto intendere che la festa si farà ad ogni costo. Se anche Castano Primo dovesse persistere nel divieto "andiamo in piazza Duomo in tremila. Magari occupiamo anche quello, così viviamo al meglio la città".

Si attende a questo punto una decisione da parte del prefetto Francesco Paolo Tronca, che dovrebbe arrivare a breve: nella mattinata di venerdì è stato convocato un nuovo Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

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