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Zona Rossa, Fontana con i pm nega pressioni da Confindustria, ma il suo vice diceva il contrario

Sulla mancata chiusura della zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro e sul ruolo degli imprenditori bergamaschi, il governatore lombardo Attilio Fontana ha affermato davanti ai pm di non aver subìto pressioni da Confindustria. Ma in un’intervista a Fanpage.it alla fine di marzo il suo vice, Fabrizio Sala, dava una versione diversa e spiegava: “Abbiamo chiesto loro quali attività potevano essere chiuse”.
A cura di Simone Gorla
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Davanti ai pm che lo hanno sentito come persona informata sui fatti, Attilio Fontana ha negato di aver "mai ricevuto pressioni da Confindustria" e dal mondo industriale bergamasco per bloccare l'istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano nei primi giorni dei mesi di marzo. Un provvedimento che tutti gli indicatori del contagio suggerivano di prendere, ma che non è mai arrivato. Il governatore lombardo, così come il suo assessore al Welfare Giulio Gallera, ha ribadito che la responsabilità di quella decisione sarebbe stata del governo.

Zona rossa, quando il vice di Attilio Fontana diceva a Fanpage "abbiamo chiesto agli imprenditori"

Eppure su quanto accaduto in quei giorni a Bergamo e sul ruolo degli industriali una versione diversa era emersa dalle parole del vice presidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala. All'interno del documentario "Italia lockdown" che ricostruisce quanto avvenuto durante la Fase 1 della pandemia, lo scorso 31 marzo Fanpage.it ha intervistato il numero due della giunta regionale per chiedergli conto di alcune delle criticità. Sulla zona rossa, il vice di Fontana affermava: "Abbiamo chiesto a Confindustria quali potevano essere le aziende che potevano chiudere". 

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Sala: Confindustria ha chiesto di poter operare

Rispondendo a una domanda sulla chiusura delle fabbriche nelle aree più colpite dal virus, Sala spiegava: "Noi abbiamo portato tutti i dati sanitari che avevamo, abbiamo spiegato che nel mondo l'unica arma testata per combattere questa epidemia era l'isolamento sociale e quindi abbiamo chiesto quali secondo loro potevano essere le attività che potevano essere chiuse". Quindi Regione Lombardia ha chiesto agli imprenditori di scegliere? "Abbiamo chiesto a loro come è possibile affrontare questa emergenza e quindi valutare cosa chiudere. Loro ci hanno detto chiudiamo". Di fronte all'interrogativo se fosse vero o no che Confindustria aveva fatto pressioni e chiesto che non venisse chiusa la Val Seriana, Sala confermava: "Confindustria ha chiesto di poter operare con tutti i dispositivi necessari e noi abbiamo spiegato che il problema era come la gente si recava al lavoro. Noi non abbiamo l'autorità per chiudere le imprese, abbiamo spiegato qual era la situazione e alcune hanno chiuso".

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