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Zona Niguarda, 350 abitazioni “a rischio” legionella

Dopo la notizia dei sei contagi a Bresso e dei tre casi in zona Niguarda, e, dopo più di due settimane di indagini, le analisi dell’Asl hanno riscontrato il batterio della legionella presente in ben 350 abitazioni.
A cura di Federica Gullace
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Era il 24 ottobre, quando, dopo i primi 6 contagi di Bresso, la legionella sembrava essere arrivata anche a Milano città. In particolar modo, mentre nella provincia milanese si era subito attuato il piano anti-legionella: nella zona nord-est, infatti, la Procura raccoglieva una serie di rapporti su tre casi di contagio risalenti al novembre dello scorso anno, e a questo febbraio e giugno, dove furono colpiti una donna di 77 anni con la figlia di 47, e il vicino di casa di 78, tutti provenienti dalla medesima zona, ossia in un palazzo di via Hermada, nel quartiere Niguarda. Dopo poco più di due settimane di indagini, le analisi dell’Asl hanno evidenziato dati abbastanza preoccupanti: sarebbero ben 350 infatti, le abitazioni della zona a rischio legionella, in un gruppo di edifici tra via Hermada, la stessa via dei primi sospetti contagi, e via Ornato.

Immediati sono stati gli interventi di esperti e operatori sanitari, che hanno fatto sapere che nella giornata di mercoledì sospenderanno l’erogazione dell’acqua e si recheranno in ogni appartamento per eliminare il batterio da rubinetti e docce, mentre tutti gli inquilini saranno ospitati in un teatro della zona, della cooperativa “Abitare”. Il batterio della legionella, infatti, è presente prevalentemente negli ambienti acquatici naturali e artificiali, come le sorgenti, comprese quelle termali, i fiumi o i laghi, ed è poi da questi ambienti che il batterio riesce a risalire a superfici artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i serbatoi, le tubature o ancora le fontane e le piscine. La sterilizzazione, che, come dichiarato da Oscar di Marino, il più grande esperto italiano di legionella, sarà il primo caso nazionale di bonifica a domicilio, prevederà l’utilizzo di tre disinfestanti diversi, emessi in successione con un macchinario apposito, su tutto l’impianto idrico. Il presidente della cooperativa Abitare, Silvio Ostoni, è voluto intervenire nel merito della questione, anche con l’obiettivo di rasserenare i cittadini, dichiarando: “Gli impianti centrali verosimilmente sono già liberi dalla legionella, il problema sono i soffioni delle docce e i rubinetti dei singoli alloggi. È da qui che il batterio va estirpato una volta per tutte, motivo per cui abbiamo voluto usare tecnologie all’avanguardia. Lo stesso macchinario servirà per il mantenimento delle condizioni igieniche nei tempi successivi: il disinfettante sarà distribuito di continuo. Vogliamo aiutare gli inquilini ad adottare i comportamenti migliori contro la legionella. È un’operazione di trasparenza”.

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