Voto di scambio con la ‘ndrangheta: condannato a 13 anni l’ex assessore Zambetti
L'ex assessore regionale lombardo alla Casa Domenico Zambetti è stato condannato a 13 anni e sei mesi per corruzione e voto di scambio aggravato dalla finalità mafiosa. Zambetti era a processo a Milano perché accusato di aver comprato un pacchetto di voti sicuri dalla ‘ndrangheta, pagandoli 200mila euro. Voti che sarebbero serviti per farsi eleggere al Pirellone alle Regionali del 2010. Il caso era esploso nell'ottobre 2010, con l'arresto oltre a Zambetti, assessore alla Casa della giunta guidata allora da Roberto Formigoni, anche del presunto boss della ‘ndrangheta Eugenio Costantino e di Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, ex sondaggista di Silvio Berlusconi. Coinvolti nella vicenda all'epoca anche Ciro Simonte, presunto affiliato alle cosche calabresi, il medico Marco Scalambra e l'ex sindaco di Sedriano (primo comune lombardo sciolto per mafia) Alfredo Celeste.
Assolti Alfredo Celeste e Marco Scalambra
Per questi ultimi due, Celeste e Scalambra, i giudici hanno disposto l'assoluzione con formula piena. Condanne invece per gli altri imputati: 16 anni e sei mesi a Costantino, 12 anni ad Ambrogio Crespi e 11 anni a Simonte. In tutti i casi, ad eccezione di Costantino, le pene comminate sono state superiori alle richieste del pubblico ministero. L'avvocato di Zambetti, Giuseppe Cusumano, ha annunciato che, una volta depositate le motivazioni della sentenza farà ricorso in appello: "È una condanna molto pesante, non me l’aspettavo, vedremo le motivazioni. Sono personalmente colpito", ha affermato.