Volley, la transgender Tifanny in campo con la Golem Palmi: le avversarie del Brescia protestano

Il suo nome è ormai noto agli appassionati di volley e non solo. Parliamo di Tifanny Pereira de Abreu, la schiacciatrice della Golem Palmi che, dopo aver cambiato sesso ed essere diventata donna a tutti gli effetti nel 2014 (in precedenza si chiamava Rodrigo), ha ottenuto dalla federazione internazionale del volley (Fivb) il benestare per giocare in una squadra femminile.
La 33enne brasiliana, nata in Croazia, dal 16 febbraio è una giocatrice della Golem Palmi, squadra che milita nella serie A2 del campionato italiano di pallavolo. Ma il suo arrivo nel campionato italiano non è stato accolto da tutti col sorriso. Anzi. Qualche malumore arriva proprio dalla squadra che affronterà il Palmi domenica 5 marzo, la Millenium Brescia. Una partita delicata, perché le due squadre si contendono i playoff (un mini torneo che consente di raggiungere la promozione nella massima serie). Al momento la Millenium è avanti di soli due punti, ma una sconfitta in Calabria potrebbe cambiare tutto.
Il manager del team bresciano: "Cambiate le regole del gioco, non ci sta bene"
Il general manager del team bresciano, Emanuele Catania, sulle colonne del "Corriere della sera" si lascia andare a uno sfogo: "Sono state cambiate le regole del gioco e a noi non sta bene". Secondo il dirigente la fisicità di Tifanny (alta 192 centimetri) "sposta gli equilibri a stagione in corso" e la decisione della Lega (che si è adeguata alla posizione della Fivb) non tutela le altre squadre e le altre giocatrici. Le quali, secondo Catania, sono scosse: "Ci sono video che testimoniano come Tifanny carichi pesi doppi rispetto alla media, il Dna resta maschile e con questo si è sviluppata – spiega Catania al "Corriere" -. La cura ormonale l’ha indebolita del 40 per cento, ma la potenza nei colpi resta quella di un uomo medio: il vantaggio fisico è evidente, la rete peraltro nelle donne è 19 centimetri più bassa". Il manager al momento esclude eventuali ricorsi in caso di sconfitta contro il Palmi. Mentre apre alla possibilità che, qualora venga avviata una class action dagli altri club, anche la Millenium ne prenda parte.
La società calabrese difende la propria giocatrice
In un comunicato apparso sul proprio sito web la società Golem Palmi difende la propria tesserata, chiarendo alcuni aspetti della vicenda: "Tifanny Pereira de Abreu è una donna. Lo dicono i documenti di riconoscimento, il certificato di nascita, ma soprattutto lo dice il suo profilo ormonale, che rientra ampiamente nei limiti indicati dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), organismo che ha tutte le competenze scientifiche per esprimersi in merito, affinché un individuo debba considerarsi a tutti gli effetti di genere femminile; non si possono pertanto prendere in minima considerare i commenti stupidi e di chi parla (a sproposito) ignorando che non è sufficiente eliminare i genitali maschili per essere classificati come donna", scrive la società calabrese.
Nella nota la Golem Palmi specifica anche di non essersi intrufolata in un "buco normativo" perché "le regole sono chiare e definite da tempo in modo inequivocabile. Questo è per rispondere anche a chi ritiene che ci debba essere un’ulteriore direttiva da parte delle federazioni nazionali e internazionali o del Coni (che ha fatto gareggiare le transgender alle ultime olimpiadi)".
Per quanto riguarda la fisicità della propria atleta, la Golem Palmi pur riconoscendone l'importanza, la paragona a quella di altre top player che militano nella massima serie del campionato. Inoltre, nella nota si ricorda come "la diminuzione della concentrazione di testosterone e l’aumento di ormoni femminili comporta una importante riduzione della massa muscolare, della forza, e conseguentemente una sensibile diminuzione dell’elevazione (circa 40 cm in meno) e della potenza della schiacciata". Il comunicato si chiude con alcune domande: "Per la legislazione vigente, ma ancor prima per lei, è una donna, e solo tra le donne può giocare. Quale sarebbe la soluzione? Negarle il diritto di giocare? Inventare una lega a parte per chi ha deciso di essere ciò che sente di essere? Creare dei ghetti appositi come qualcuno ha anche ipotizzato? Continuiamo a non imparare dalle pagine più buie della nostra storia! Abbiamo fatto tutto seguendo le regole dettate dagli organismi preposti a prendere tali decisioni; secondo le regole difenderemo la nostra atleta, il nostro operato, la nostra società".
Tifanny ringrazia i suoi fan su Facebook: "Sto vivendo i miei sogni"
Intanto, mentre intorno infuriano le polemiche, la diretta interessata ha scritto un messaggio sulla propria pagina Facebook per ringraziare tutti quelli che le stanno mostrando solidarietà nella vicenda: "Sto affrontando il momento più divertente ma allo stesso tempo difficile della mia vita solo perché ho deciso di essere chi sono – ha scritto Tifanny, che ha poi aggiunto: "Qualche volta ho paura (sono umana), e mi vedo da sola a combattere contro migliaia di leoni, ma il più delle volte sono coraggiosa perché mi sento circondata da milioni di guerrieri. Sono completa, sto vivendo i miei sogni, sono benedetta da Dio. Sono il capitano della mia vita, sono Tifanny Pereira de Abreu".