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Voghera, parcheggiano l’ambulanza in divieto e vanno a giocare alle slot: autisti sospesi

Due autisti di un’ambulanza hanno parcheggiato il mezzo di soccorso in mezzo a una strada, con le quattro frecce accese, e sono entrati in un bar per giocare alle slot machine. L’episodio è accaduto a Voghera, in provincia di Pavia. I due autisti sono stati smascherati da un video pubblicato su Facebook: la cooperativa per cui lavorano li ha sospesi dal servizio.
A cura di Francesco Loiacono
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Hanno parcheggiato l'ambulanza in mezzo a una strada, con le quattro frecce d'emergenza accese. Ma non c'era alcuna emergenza: i due autisti del mezzo, infatti, erano all'interno di un bar vicino, intenti a giocare alle slot machine. L'episodio, riportato da "La Provincia pavese", è accaduto a Voghera, in provincia di Pavia. A segnalarlo è stato un altro autista di ambulanze, che lavora però per una cooperativa diversa da quella dei due autisti in questione. L'uomo lunedì pomeriggio stava passando da viale Repubblica, quando all'incrocio con via Silvio Pellico ha notato il mezzo di soccorso parcheggiato in maniera irregolare. Ha iniziato a girare un video col telefonino, immortalando poi i due autisti al bar.

La cooperativa ha sospeso dal servizio i due autisti

Il filmato ha provocato molte polemiche: la cooperativa per cui i due autisti lavorano, la "First aid one", ha subito sospeso dal servizio i due dipendenti, avviando anche un procedimento disciplinare e riservandosi di rivalersi contro i due per il danno di immagine. Sulla vicenda potrebbero pesare contrasti tra diverse cooperative: da poco, dall'inizio di settembre, il servizio dei trasporti interospedalieri nella provincia di Pavia è infatti passato di mano. La cooperativa "First aid one" se l'è aggiudicato, spodestando le altre pubbliche assistenze pavesi che lo avevano svolto fino a poco tempo fa. Resta comunque la gravità di un comportamento decisamente poco consono da parte dei due autisti dell'ambulanza, che adesso ne pagheranno le conseguenze.

Il comunicato di First Aid

First Aid coop sociale denuncia le manovre persecutorie delle quali è oggetto da parte di ignoti a seguito delle contestazioni degli Appalti pubblici che gestiamo a Mantova e Pavia. L'atteggiamento persecutorio e infamante, culminato con l'ultimo colpo di scena: la "presa in diretta" di un video divenuto virale sui social network che da 48 ore sta sollevando l'indignazione generale, è il prodotto di una ricercata diffidenza verso chi indossa le nostre divise sul territorio lombardo. Un territorio, ricordiamo, dove lavoriamo con dignità e coerenza da oltre 10 anni, con attestati di stima e fiducia da parte delle Istituzioni territoriali. Benché censurabile, dunque, riteniamo che l'episodio resti un fatto isolato che non attiene al codice deontologico della nostra Azienda e non può infangare il nome e la divisa che i nostri collaboratori portano con dignità e professionalità comprovata. Con la stessa serietà che ci contraddistingue, annunciamo fin da ora azioni legali contro chiunque intende minare la stabilità della nostra Azienda, la serenità, la trasparenza e la correttezza dei nostri operatori. Mentre con decisione puntiamo il dito contro i responsabili di un'azione giunta, con l'immissione del video su FB, alle ultime disperate battute di discredito. Infatti risulta che il video "virale" sia stato postato da un esponente della Croce Rossa Italiana di Voghera, che assieme ad altri militi evidentemente ha condiviso la strategia diffamatoria, non avendo  altri strumenti legali, per raggiungere i suoi propositi. A partire dall'aggiudicazione contestata (ci riferiamo a Pavia) passando per quella di Mantova (dove indaga la Procura della Repubblica). A Pavia per aver costituito un "cartello" di croci con l’evidente scopo di piegare la Pubblica amministrazione alle proprie richieste. A Mantova con la fondata ipotesi di un reato che si ascrive alla turbativa d'asta per sottrarci un appalto che non poteva non esserci aggiudicato. (come si evidenzia da querela di parte promossa da First Aid). Questi sono i fatti che scuotono le croci. Il mondo del volontariato che ruota attorno a CRI ed Anpas sembra infatti disinteressarsene, intento a produrre veleni e livore gratuito che trasuda da ogni loro parola. A tal riguardo ricordiamo come il Capitolato di gara di Pavia non è stato impugnato nelle sedi preposte e la contestazione resta un atto promosso sul territorio dalla fucina dell'odio. Qualcuno infatti dovrà spiegarci quali siano le incompatibilità tra l'attitudine, al gioco d'azzardo, legalizzato dallo Stato, attraverso le slot machine e l'uso dei rimborsi a piè di lista attraverso convenzioni gonfiate.  Il comportamento dei nostri soccorritori, seppur censurabile, è limitato all'uso del loro denaro, e non del denaro pubblico. Denaro questo, che forse fa gola a chi esprime alti sentimenti civici, salvo poi dover far transitare il lavoro grigio alla voce "volontariato". Il nostro appello va dunque ai Prefetti di Pavia e Mantova, affinché vigilino sulle azioni persecutorie fin qui poste in essere (attraverso i post che si rincorrono sui profili Facebook) e le azioni gravemente lesive del diritto alla privacy e del diritto ad esercitare il proprio lavoro, nella civile e armoniosa convivenza. Un diritto che la nostra Azienda rivendica per sè stessa e per i propri operatori, essendosi da sempre contraddistinta sul campo, dal Nord al Sud Italia, grazie ad una collaudata squadra di professionisti che non sarà intimorita da vili e disperati espedienti.

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