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Violenze, umiliazioni e istigazioni al suicidio: sorveglianza speciale per tre stalker di Milano

Uomini che odiano le donne. Sono i tre stalker di Milano per i quali scatterà il provvedimento di sorveglianza speciale, riservato alle persone più pericolose. I tre uomini violenti hanno 36, 54 e 56 anni, vivono tutti in città e non hanno alcun legame fra loro, a parte la ferocia con cui hanno distrutto le vite di mogli, fidanzate e figli.
A cura di Salvatore Garzillo
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Anni di umiliazioni di ogni tipo, violenze fisiche e psicologiche, appostamenti, agguati, chiamate nel cuore della notte, istigazioni al suicidio, perfino il tentato stupro di una ragazzina di 13 anni. È l’orrore quotidiano e senza scuse che emerge dai verbali di tre uomini violenti, tre stalker che oggi sono stati raggiunti da un provvedimento di sorveglianza speciale per una lunga serie di episodi di maltrattamenti e stalking avvenuti a Milano. Hanno 36, 54 e 56 anni, vivono tutti in città, sono tre persone qualunque senza alcun legame reciproco, uniti solo dalla comune ferocia con cui hanno distrutto le vite di mogli, fidanzate e figli.

Uno degli stalker ha molestato sessualmente una ragazzina

Il più giovane è un tossicodipendente che lavora per una società di pubblicità. Nel 2006 ha incontrato una donna che oggi ha 38 anni, la loro relazione termina nel 2013 con la nascita della figlia e da quel momento iniziano violenze che coinvolgono anche la bimba, costretta molto spesso ad assistere alle aggressioni fisiche nei confronti della madre. “L’elenco è lunghissimo – racconta con un sospiro Alessandra Simone, la dirigente della sezione Anticrimine che ha notificato i provvedimenti – Solo nel maggio 2018 ci sono stati almeno tre episodi, tra cui l’intrusione nella scuola della figlia per portarla via con la forza”. Negli stessi giorni ha una discussione con la ex compagna davanti casa dei nonni, la situazione degenera velocemente finché il 38enne stritola la mano della donna nella portiera dell'auto per costringerla a lasciar andare la bambina che stringe tra le braccia. Nell’aprile 2017, invece, aveva molestato sessualmente una 13enne figlia di amici. L’aveva incontrata per strada, le aveva proposto di avere un rapporto per poi bloccarla quando lei si era rifiutata. L’adolescente era riuscita a scappare e una volta a casa aveva raccontato tutto ai genitori. Invece di chiamare la polizia, avevano telefonato al molestatore a cui avevano concesso un “chiarimento” con la possibilità di scusarsi ufficialmente. Il 38enne si era offerto di porgerle ma all’appuntamento con lo zio della vittima si era presentato con un bastone col quale lo aveva colpito. Attualmente sta scontando i domiciliari proprio per le violenze riservate alla sua ex compagna, al termine scatterà la sorveglianza per due anni che prevede, tra le altre cose, il divieto di uscire di casa prima delle 7 e di rientrare oltre le 22.

Le umiliazioni hanno spinto due donne a tentare il suicidio

Il 54enne è invece un operaio, dal 2015 al 2016 ha avuto una relazione con una donna di 38 anni già madre di una ragazzina di 13 anni nata da un altro rapporto. Cercando di screditare la compagna, nel tentativo di realizzare quella che in psicologia è chiamata “alienazione genitoriale”, il 2 agosto 2018 ha inviato all’adolescente la foto della madre nuda dopo un rapporto sessuale. “Ecco chi è tua madre”, le ha scritto come didascalia. I comportamenti ossessivi, gli appostamenti sotto casa e al lavoro (tanto che la donna teme il licenziamento) e le violenze psicologiche sono così penetranti e lunghe che la donna tenta per due volte il suicidio ingerendo farmaci. Al momento è colpito da “allontanamento”, al termine scatterà la sorveglianza per un anno. Stessa durata per il 56enne, dipendente di una società del Comune di Milano, che ha maltrattato sia la ex moglie e madre dei suoi due figli, sia la nuova compagna incontrata nel 2014 dopo la prima separazione. Botte e le umiliazioni hanno accompagnato gli anni del matrimonio, l’incubo della ex si è interrotto quando è stato arrestato per stalking nel 2015 ma si è chiuso davvero quando ha trovato una nuova vittima da perseguitare. Uscito dal carcere, infatti, ha trovato una fidanzata e ha concentrato su di lei tutte le attenzioni malate. La donna è stata picchiata e offesa pubblicamente in diverse occasioni, un solo anno è stato sufficiente per causarle una crisi depressiva tale da spingere anch’essa a tentare il suicidio.

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