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“Violentate da uomini di pelle nera”, ma era falso: due ragazzine denunciate a Milano

Due ragazzine minorenni sono finite nei guai a Milano: avevano raccontato di essere state stuprate da due uomini “di pelle nera”, ma non era vero. In entrambi i casi, distinti tra loro, le due ragazzine temevano di essere rimaste incinte dopo rapporti sessuali consensuali e hanno cercato di incolpare due immigrati. Adesso sono state segnalate per simulazione di reato al tribunale per i minori.
A cura di Francesco Loiacono
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Hanno denunciato di essere state violentate da due uomini "di pelle nera", ma non era vero. Adesso due ragazzine adolescenti milanesi sono finite nei guai: sono state segnalate al tribunale dei minori per simulazione di reato. Entrambe le vicende risalgono ad agosto e ad occuparsene è stata lo stesso pubblico ministero, Antonia Pavan. Sebbene distinti tra loro, i due casi mostrano in maniera evidente come lo spauracchio dell'immigrazione vista solo come un problema, alimentato da diverse forze politiche, possa finire col creare pesanti distorsioni nella percezione del fenomeno: fino a far ritenere a due ragazzine di poter utilizzare impunemente persone col colore della pelle diverso dal proprio come plausibili capri espiatori per i loro guai.

Le due vicende hanno diversi punti in comune: in entrambi i casi le due ragazzine, una delle quali 15enne, temevano di essere rimaste incinte dopo rapporti sessuali consensuali con i loro partner e, per prevenire le possibili ire dei genitori, hanno raccontato di essere state stuprate da immigrati di pelle nera. Una delle due giovani aveva fornito un racconto dettagliato, spiegando di essere stata avvicinata da quattro uomini di pelle nera in un boschetto alla periferia del capoluogo lombardo e di essere poi stata abusata da uno di loro, di cui aveva descritto anche l'abbigliamento. La visita al Centro antiviolenza della clinica Mangiagalli, specializzata negli accertamenti di questo tipo, aveva però escluso la violenza. Solo in seguito l'inchiesta della squadra mobile aveva fatto emergere che la giovane si era inventata tutto per il timore di dover rivelare ai propri genitori di essere incinta del suo ragazzo. Nel secondo caso la presunta vittima si era presentata direttamente alla Mangiagalli, riferendo di essere stata stuprata da un immigrato senza però riferire i dettagli. Quando gli ispettori della squadra mobile erano andati a casa sua per un sopralluogo, però, la giovane aveva preso da parte un poliziotto confidandogli di essersi inventata tutto, anche in questo caso per il timore di essere rimasta incinta dopo un rapporto consensuale con un ragazzo.

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