Via libera di Alfano, il campo base di Expo riapre ai profughi: in arrivo i primi 150
Il campo base di Expo riapre ai profughi. Dopo averne ospitati un centinaio per appena 48 ore lo scorso marzo, prima che le proteste inducessero il ministro Angelino Alfano a fare un passo indietro, adesso proprio dal capo del Viminale è arrivato il via libera per utilizzare le strutture del campo base come centro di accoglienza per i migranti. I primi 150 dei 3mila profughi che il governo ha deciso di smistare in Lombardia sulla base del piano nazionale di ripartizione tra le diverse Regioni potrebbero arrivare già domani.
Nonostante il governatore della Lombardia Roberto Maroni continui a manifestare la propria contrarietà, Palazzo Marino si è rivolto direttamente al governo per autorizzare il prefetto Alessandro Marangoni ad aprire ai migranti il campo base Expo (che è una struttura attigua a quella che ha ospitato i padiglioni dell'Esposizione universale), come ipotizzato negli scorsi giorni dal sindaco di Milano Beppe Sala e dall'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Proprio quest'ultimo ha affermato che nel capo base di Expo saranno ospitati i richiedenti asilo, per tenere invece nelle strutture di accoglienza del Comune (ormai al collasso) quelli che vogliono andare nel Nord Europa, i cosiddetti "transitanti".
L'assessore Majorino ha chiesto di incrementare la capienza dei centri
L'assessore sta facendo il possibile per affrontare con le forze del Comune e del terzo settore una questione che ha ormai le dimensioni dell'emergenza. Ieri ha esortato i vertici degli enti del terzo settore che gestiscono i centri di accoglienza ad aumentare la capienza, dal momento che i centri sono saturi. Oggi invece in prefettura si apriranno le buste di un nuovo bando per l'accoglienza (dal valore di 21 milioni di euro): una questione definita spesso un business, ma che è in realtà una necessità. Si cercano infatti quattromila nuovi posti letto per accogliere i migranti da agosto alla fine dell'anno. Come detto, già tremila arrivi "ufficiali" programmati dal governo si attendono a Milano, a cui si aggiungeranno i profughi in transito a Milano senza essere stati identificati.
Una situazione che inevitabilmente è destinata a creare anche tensioni sociali: e difatti la consigliera comunale Silvia Sardone ha denunciato come ieri, senza informare la cittadinanza e il municipio 2, in via Agordat siano state alloggiate una settantina di donne straniere, negli spazi dove un tempo sorgeva la casa albergo della Congregazione Figlie del Crocifisso: "L’avvento della nuova popolazione in zona Martesana è stato accolto comprensibilmente con un mix di diffidenza e timore", ha spiegato la Sardone, sottolineando come, a regime, nella struttura saranno ospitati fino a 200 profughi.