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Vasco e la canzone di un bimbo palestinese tra i canti di Natale a scuola: la Lega insorge

L’istituto Umberto e Margherita di Savoia di Abbiategrasso, alle porte di Milano, per il tradizionale spettacolo di Natale farà cantare ai bambini canzoni che parlano di pace. Oltre a brani di Vasco, Povia e dei Modà c’è anche “Una stella a Betlemme”, cantata in un vecchio Zecchino d’oro da un bimbo palestinese. Proprio quest’ultima ha fatto infuriare la Lega, che parla di un “affronto” ai cristiani. Il preside: “Si sbagliano, fanno polemica senza verificare”.
A cura di Francesco Loiacono
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Ancora polemiche per una presunta "violazione" delle tradizioni del Natale cristiano in una scuola lombarda. Dopo il caso di Rozzano – risoltosi in un nulla di fatto, le polemiche erano basate su fatti distorti – al centro delle cronache finisce l'istituto Umberto e Margherita di Savoia di Abbiategrasso, a sud di Milano. Il cui nuovo preside, Vittorio Ciocca, per lo spettacolo di Natale di quest'anno avrebbe scelto un programma che, secondo la sezione locale della Lega nord, sarebbe un "affronto" ai cristiani, compiuto nel nome di "un'integrazione al contrario".

In programma canzoni di Vasco, Povia e dei Modà

Il motivo? Nello spettacolo che andrà in scena oggi pomeriggio, martedì 15 dicembre alle 17, saranno eseguite "canzoni o poesie multietniche, che se pur parlano di pace, non sono dedicate esclusivamente alla nostra religione e alla nascita di Gesù Bambino come da nostra tradizione", come riporta un comunicato del Carroccio. Ecco alcuni brani scelti: "Basta poco" di Vasco Rossi, "Come un pittore" dei Modà, "Non basta un sorriso" di Povia. Ma, soprattutto, la canzone "Una stella a Betlemme", cantata nel 2004 allo Zecchino d'oro da Milad Nicola Elias Fatouleh, un bambino palestinese.

A far insorgere la Lega una canzone di un bimbo palestinese

E' proprio quest'ultima, come si evince dal comunicato inviato dal responsabile locale della Lega nord, Marcantonio Tagliabue, a provocare lo sdegno del Carroccio: "Ritengo che comportandosi in questo modo, lei alimenta ulteriormente le divisioni tra italiani di fede Cristiana e gli stranieri di altre religioni", dice Tagliabue riferendosi al preside. E, per dare maggior peso alla propria indignazione, cita nel testo alcuni versi della canzone incriminata: "Ma se guardo il cielo, Quella stella splende d’amore, Sempre di più splende lassù, Salam Salam o mia città, Salam Salam la mia realtà, Salam Salam io ti amerò, Salam Salam ritornerò". Parole che dovrebbero alimentare la retorica dell'invasione, ma che in realtà, specialmente pensando che sono state pronunciate da un bambino nel 2004, appaiono improntate proprio ai messaggi universali del Natale: l'amore e la pace.

Il preside: "I leghisti fanno polemica senza verificare quello che dicono"

Non si sono fatte attendere, difatti, le dure repliche ai leghisti. A cominciare proprio dal dirigente scolastico, che secondo quanto riporta il Corriere della sera ha affermato: "I leghisti si sbagliano, da noi il Natale cristiano viene celebrato eccome: facciamo i presepi, ieri ho accompagnato io stesso il sacerdote a fare gli auguri in tutte le classi. Fanno polemica senza nemmeno verificare quello che dicono". E gli insegnanti che hanno organizzato lo spettacolo di Natale tornano sui valori del Natale: "Abbiamo pensato che, considerato il clima in cui i bambini stanno vivendo, sarebbe stato positivo farli riflettere su alcuni valori indispensabili per costruire un mondo senza violenza. Facendo così non ci sembra di togliere valore alla nascita di Gesù. Uomo di pace".

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