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Varese, uccise la moglie per incassare i 29mila euro della polizza vita: ergastolo al marito

È stato condannato all’ergastolo Alessandro Argenziano, 41enne che nell’aprile del 2015 a Varese uccise la moglie, la 27enne Stefania Amalfi, per intascare i soldi della polizza vita. L’uomo aveva inscenato il suicidio della consorte, ma era stato smascherato e arrestato dopo un anno di indagini. La difesa aveva chiesto l’assoluzione.
A cura di Francesco Loiacono
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Stefania Amalfi (foto dal gruppo Facebook "Giustizia per Stefania Amalfi")
Stefania Amalfi (foto dal gruppo Facebook "Giustizia per Stefania Amalfi")

Nell'aprile del 2015 uccise la moglie, simulandone il suicidio per incassare i soldi della polizza vita. Oggi la Corte d'Assise di Varese ha condannato all'ergastolo il marito, il 41enne Alessandro Argenziano, giudicato colpevole di omicidio volontario. Accolta dai giudici la tesi del pubblico ministero di Varese Antonio Cristillo, formulata dopo indagini durate un anno. Era stata il pm Sabrina Ditaranto a indagare su quello che in apparenza era sembrato un suicidio. La vittima, la 27enne Stefania Amalfi, era stata trovata morta in casa con una calza di nylon avvolta intorno alla testa. L'autopsia aveva poi rivelato che la donna aveva ingerito molti farmaci. Tanti però gli aspetti che avevano insospettito fin da subito gli inquirenti, che hanno dimostrato – evidentemente in maniera convincente oltre ogni dubbio – come la donna sia stata in realtà soffocata nel sonno da Argenziano, arrestato un anno dopo il delitto.

Riconosciuta la premeditazione

Ventinovemila euro: questo il valore che il 41enne ha dato alla vita della moglie. Per l'uomo, che voleva entrare in possesso dei soldi della polizza vita, di cui era cointestatario, la Corte d'assise ha riconosciuto la premeditazione, disponendo due mesi di isolamento diurno. Adesso la famiglia della donna è pronta a intentare una causa contro lo Stato per ottenere il risarcimento: la Corte non ha deciso nel merito e Argenziano non ha alcuna disponibilità economica. Sul fronte della difesa, l'avvocato dell'uomo, Stefano Amirante, ha affermato a caldo: Il legale aveva chiesto l'assoluzione per il suo assistito.

Subito dopo il giallo del ritrovamento del cadavere di Stefania in tanti si erano occupati del caso, inclusa la trasmissione tv "Chi l'ha visto?". Su Facebook era stato creato anche il gruppo "Giustizia per Stefania Amalfi", nel quale i familiari della donna hanno seguito passo passo le vicende giudiziarie che hanno riguardato la loro cara.

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