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Varese, ipovedente assolto dal giudice: per la Finanza era un falso cieco, ma non era vero

Si è conclusa con l’assoluzione con formula piena dalle accuse la vicenda di un presunto falso cieco denunciato dalla guardia di finanza di Varese. L’uomo, assunto nel 2006 in un ufficio pubblico grazie ai posti riservati agli invalidi, secondo i finanzieri ci vedeva invece bene, tanto da praticare con regolarità anche attività sportive. Ma il giudice per l’udienza preliminare ha stabilito l’infondatezza delle accuse.
A cura di Francesco Loiacono
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Update: articolo aggiornato il 29 gennaio 2021 – L'uomo oggetto dell'indagine è stato assolto dalle accuse con formula piena

Per l'amministrazione pubblica nella quale lavorava in provincia di Varese si trattava di una persona con gravi deficit alla vista. Lo era anche per lo Stato, che ogni mese versava all'impiegato pubblico una pensione di invalidità, dopo che nel 1990 una commissione medica con sede a Palermo aveva riscontrato il problema alla vista. Lui, però, secondo la guardia di finanza di Varese ci vedeva bene: tanto bene da essere appassionato giocatore di soft-air, una specie di finto combattimento che si svolge tra i boschi con armi che sparano pallini spesso riempiti con vernice. Attività che il presunto falso invalido non mancava di documentare sul suo profilo Facebook, con tanto di foto in posa con tuta mimetica e fucili.

L'uomo era stato assunto come invalido nel 2006

Proprio da queste foto, alcune delle quali ritraevano l'uomo anche durante altre attività come immersioni subacquee, gli uomini delle fiamme gialle sono partiti pensando di smascherare l'ennesimo falso invalido. L'uomo era stato assunto nel 2006 dall'amministrazione pubblica del varesino, proprio sfruttando i posti di un concorso pubblico riservati a i disabili. Tuttavia nel 2011 un esame dell'Inps avrebbe certificato che il deficit alla vista dell'impiegato non era affatto grave, tanto da non dargli più diritto a percepire la pensione di invalidità e a mantenere i requisiti previsti per l'assunzione ed il mantenimento del suo posto di lavoro.

Dopo l'avviso di chiusura delle indagini però il giudice per l'udienza preliminare di Varese ha stabilito l'infondatezza delle accuse: l'uomo, secondo quanto riferito dal suo avvocato, è sempre stato ipovedente e non ha mai preteso di essere considerato cieco. E come ipovedente aveva e ha tuttora diritto a praticare attività sportiva senza essere additato come truffatore. Il giudice Alessandro Chionna il 21 febbraio del 2017 ha quindi assolto l'imputato perché il fatto non costituisce reato.

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