Varese, accoltella e uccide il padre: era il testimone del processo Uva
Tragedia a Varese, in un appartamento in viale dei Mille. Un uomo di 43 anni, Alberto Biggiogero, ha ucciso il padre Ferruccio al culmine di una lite. L'episodio ieri sera intorno alle 19. Il nome dell'omicida è già noto alle cronache: Alberto Biggiogero è stato infatti il supertestimone al processo per la morte di Giuseppe Uva, l'uomo deceduto nel 2008 dopo essere stato fermato dai carabinieri nel centro di Varese e dopo essere stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio.
Secondo una prima ricostruzione, Alberto Biggiogero ha ucciso il padre, 78enne, accoltellandolo al petto tre volte con un coltello da cucina. Poi lui stesso ha chiamato i carabinieri. Interrogato fino a tarda notte, l'uomo ha confessato ammettendo le proprie responsabilità. Adesso si trova in carcere al Miogni: l'accusa per lui, che sarà formalizzata in giornata, potrebbe essere omicidio preterintenzionale oppure omicidio volontario, con l’aggravante di aver agito contro il padre.
Biggiogero soffrirebbe di problemi di personalità. In passato aveva avuto problemi di tossicodipendenza, che però secondo quanto riferito dalla sorella di Giuseppe Uva, Lucia, diventata sua amica, erano ormai superati: "Sono sconvolta", ha detto la donna.
Il caso Uva
Nel luglio del 2008 a Varese anche Biggiogero era stato fermato e portato in caserma con l'amico Uva mentre spostavano, ubriachi, alcune transenne. Proprio lui aveva riferito di aver udito delle urla nella stanza accanto alla sua, dove si trovava l'amico, che poi sarebbe deceduto. Il caso Uva si è concluso nell'aprile 2016 con l'assoluzione per sei poliziotti e due carabinieri dall'accusa di omicidio preterintenzionale.