Vandali nella scuola di cultura popolare a Milano: svastiche e scritte omofobiche
Raid vandalico ieri sera nella sede della Scuola di cultura popolare in via Bramantino a Milano. L'associazione, gestita da un collettivo e impegnata anche in progetti in integrazioni per migranti, è stata "visitata" in tarda serata da ignoti, che hanno messo a soqquadro gli interni e vandalizzato le pareti delle varie classi con scritte e insulti vari di matrice omofobica e simboli che richiamano al nazismo, come le svastiche. Tra i vari insulti apparsi sui muri, alcuni dei quali anche con evidenti errori di grammatica, segno di una buona dose di ignoranza, anche alcune che inneggiavano al ministro dell'Interno, come "W Salvini". I vandali hanno devastato l'interno della sede, rovesciando suppellettili e materiali didattici. Duro il commento dell'assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno: "La Scuola di cultura popolare in Via Bramantino, a Milano, ha subito un assalto intimidatorio di vigliacchi fascisti – ha scritto su Facebook – Che hanno lasciato firme anonime, perché sono vigliacchi, ma politicamente perfettamente identificabili. Questo è il risultato delle politiche di ordine pubblico del Ministro dell'Interno Salvini, a cui, riconoscenti, questi criminali inneggiano".
Il commento del sindaco Sala
Più tardi è arrivato anche il commento del sindaco Beppe Sala: "Attaccare una scuola che punta sull'integrazione significa voler ostacolare il futuro del nostro Paese. Non possiamo più tollerare gesti come questo: da milanesi continuiamo a credere in una città aperta, solidale e profondamente democratica", ha scritto su Facebook.