Un’infermiera del Trivulzio: “Non volevano farci usare le mascherine, abbiamo minacciato denuncia”
Lo scandalo della strage nel Pio Albergo Trivulzio di Milano di ospiti anziani a causa del Coronavirus, e del trattamento ricevuto dagli infermieri che vi lavorano, si arricchisce di un nuovo capitolo. Un'infermiera della struttura, Nadia Mordini, ha rivelato che "nella prima fase dell'emergenza sanitaria, abbiamo capito che stessero arrivando pazienti diversi dai soliti". Proprio in quel periodo, "la Regione aveva emesso l'ordinanza secondo cui chiunque era obbligato a vestire la mascherina sul posto di lavoro", tanto che anche il direttore generale di Ats Milano, Walter Bergamaschi, si era recato al Trivulzio raccomandando di indossare i dispositivi di protezione individuale.
L'infermiera: Ci facevano mettere le mascherine in tasca
Nel corso della sua testimonianza ad Omnibus, l'infermiera racconta che "dopo una settimana" dalla visita del dg di Ats, "ci hanno detto di non usare le mascherine perché altrimenti avremmo allarmato i pazienti. Ci erano state vietate". La Mordini denuncia poi l'acquisizione "del numero di matricola di chi le indossava". La situazione è stata sbrogliata dopo varie discussioni in cui gli operatori dei vari reparti "hanno reagito e minacciato di denunciare i responsabili" se non gli avessero permesso di utilizzarle, come poi ordinato dalla Regione. Le mascherine, comunque, non sarebbero state consegnate a tutti gli operatori sanitari, ma solo a coloro che si erano lamentati. La gestione dei reparti, poi, non sarebbe stata semplice: "I pazienti sono stati smistati nei reparti riabilitativi – spiega l'infermiera -, ed è cominciato tutto da lì". La mancanza di tamponi effettuati e l'isolamento di stanze visitabili con indumenti non ritenuti protettivi, hanno fatto il resto: "Qualcuno, rientrati da una stanza isolata, ci diceva di metterci le mascherine in tasca. Ma che senso ha?". Il numero dei contagi all'interno della struttura non riguarda solo gli ospiti, ma anche i colleghi della Mordini: "Ad oggi si sono ammalate 150 persone. Le ultime due sono due donne, una ricoverata a Garbagnate e l'altra a casa con 39.5 di febbre: è una libera professionista di 24 anni".