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Un museo della diga del Gleno per il centenario del disastro: i fondi in un emendamento alla manovra

Nascerà entro il 2023 un museo per ricordare il disastro del Gleno la strage provocata nelle valli della provincia di Bergamo dal crollo di una diga, che causò la morte di oltre 350 persone. La tragedia avvenne la mattina del 1 dicembre 1923 in Val di Scalve e il monumento alla memoria sarà pronto per il centenario. Lo stanziamento dei fondi è previsto nel testo del maxiemendamento alla manovra finanziaria votato in aula al Senato. Si tratta di 300 mila euro che verranno messi a disposizione nel 2020 per l’avvio dei lavori.
A cura di Simone Gorla
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I resti della diga oggi (foto Giulia Luppino)
I resti della diga oggi (foto Giulia Luppino)

Entro il 2023 nascerà un museo per ricordare il disastro del Gleno per ricordare la strage provocata dal crollo della diga che causò la morte di oltre 350 persone, il 1 dicembre 1923 in Val di Scalve, sui monti della provincia di Bergamo. I fondi per realizzare il museo nell'anno del centenario della tragedia sono contenuti nel testo del maxiemendamento alla manovra finanziaria votato in aula al Senato. Si tratta di 300 mila euro che verranno messi a disposizione nel 2020 per l'avvio dei lavori.

Un museo per ricordare il disastro del Gleno

Il disastro del Gleno, una delle peggiori catastrofi provocate dalla mano dell'uomo nel nostro paese, è stato provocato dal cedimento improvviso, poco dopo le 7 di mattina del 1 dicembre 1923, dello sbarramento da poco costruito nella valle del torrente Povo. In quel momento un’enorme ondata di circa sei milioni di metri cubi d’acqua si riversò nella valle sottostante e in quaranta minuti percorse 28 chilometri, devastando interi paesi, centrali elettriche, stabilimenti, boschi e pascoli, fino a finire nel lago d'Iseo. Un disastro immane in cui persero la vita 356 persone, con danni ingentissimi e l’intera provincia in ginocchio e sotto choc.

In manovra 300mila euro per un luogo della memoria

Nel corso degli anni erano stati fatti numerosi tentativi, da parte di comuni e amministrazioni locali, di realizzare un luogo dove custodire la memoria del disastro. Tentativi sempre falliti, fino a ora. Oggi a testimoniare l'accaduto restano solo i due tronconi della diga spezzata. In commissione bilancio è stato accolto l’emendamento presentato dai senatori Alessandra Gallone e Adriano Paroli per lo stanziamento dei fondi, che verranno trasferiti a Regione Lombardia, per l’avvio delle prime opere, già dal 2020.

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