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Un medico ogni 80 pazienti, un bagno ogni 15 giorni: anziani abbandonati al Trivulzio

La denuncia dei famigliari delle persone ricoverate al Pio albergo Trivulzio, uno dei più importanti ospizi di Milano, ascoltati venerdì a Palazzo Marino: “Condizioni lesive della dignità della persona, al Pat non c’è nulla al di là della sopravvivenza”. Sdegno bipartisan, l’assessore Majorino: “Inadempienze inaccettabili”.
A cura di Francesco Loiacono
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"Al Pio Albergo Trivulzio non c’è nulla al di là della sopravvivenza". Le parole di Stefania Cultrera, una dei famigliari degli anziani ospitati al Pio albergo Trivulzio di Milano, hanno colpito tutti i consiglieri comunali che erano venerdì mattina a Palazzo Marino. In programma un'audizione speciale organizzata dal presidente della commissione Servizi sociali, Marco Cormio, per ascoltare un parere diverso da quello della dirigenza del Trivulzio – al cui vertice siede adesso un commissario, Claudio Sileo – . La signora Cultrera ha raccontato l'esperienza di suo padre, che ha 75 anni ed è malato di Alzheimer: "Spesso non viene alzato e nemmeno cambiato. A volte sta a letto dalle 11 alle 13 del giorno dopo e non è così raro che i pazienti restino a letto anche per 36 ore di fila perché manca il personale in grado di sollevarli. Su 4 addetti che dovrebbero essere presenti uno è malato, uno in ferie, l’altro non può sollevare pesi. E mio padre è fortunato perché ha due badanti, ma al Pat c’è chi è solo. Molti non sono in grado di protestare e sono lì a subire situazioni lesive della dignità della persona".

Un medico ogni 80 pazienti, da due anni manca un ginecologo

La signora Cultrera ammette di essere privilegiata e di potersi permettere di pagare, oltre alla retta del Pat – 2.200 euro al mese per chi non è in carico al Comune – anche 20mila euro all'anno per due badanti. Non tutti però sono così fortunati. E la signora Cultrera racconta anche di come la situazione sia peggiorata nel corso degli anni: "Prima c’era un medico ogni 40 pazienti, adesso uno ogni 80. Agli ospiti si fa un bagno ogni 15 giorni".

Il Trivulzio è il più importante polo geriatrico cittadino. Ma è sempre stato anche il centro di molti scandali: basti pensare che dall'arresto del suo allora presidente, Mario Chiesa, partì quel ciclone giudiziario conosciuto come Tangentopoli. Venerdì a Palazzo Marino altri famigliari degli anziani ricoverati direttamente al Trivulzio o in strutture da esso controllate hanno denunciato le condizioni pietose in cui versano. Il comitato dei parenti del Bezzi 2 – l’ala nuova del Pat – ha sottolineato la mancanza di specialisti e la scarsa professionalità degli operatori delle cooperative. Altri hanno evidenziato come, a fronte dell'80 per cento di pazienti donne, da due anni manchi un ginecologo. Ci sono poi le questioni delle barriere architettoniche e delle pulizie: le prime abbondano, le seconde scarseggiano. Alla Rsa Pindaro è invece ancora da risolvere il problema della mensa: c'è una cucina attrezzatissima, ma inutilizzata.

Majorino: "Inadempienze inaccettabili"

Le denunce dei famigliari hanno scandalizzato i consiglieri comunali, suscitando sdegno bipartisan. "Un po’ di cose si sapevano, ma messe così in fila sono agghiaccianti. Provo vergogna come cittadino. Siamo di fronte a una situazione di allarme e va convocato subito il commissario", ha affermato Carlo Monguzzi del Pd. "Anch’io sono rimasto scioccato. La situazione va affrontata di petto", he detto Gianluca Comazzi, consigliere di Forza Italia.

Da Palazzo Marino è intervenuto l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino: “Le gravi mancanze denunciate oggi dai parenti degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio e della Rsa via Pindaro sono il risultato di inadempienze inaccettabili di cui la direzione  deve rispondere. È inammissibile che anche a fronte delle risorse versate dal Comune, non siano assicurate nemmeno le dotazioni igienico-sanitarie necessarie alla cura e all’assistenza, in condizioni di salute e dignità della persona, il cui rispetto troppo spesso è stato messo da parte”. Majorino ha poi aperto alla possibilità di rivedere le rette "nella misura in cui Regione Lombardia faccia lo stesso per la quota sanitaria di sua competenza", mentre per il futuro del Pat ha ribadito: “Ritengo infine che se si vuole superare ciò che il Pio Albergo Trivulzio è stato per anni è necessario fare il salto in avanti  e scommettere su una nuova configurazione che più volte abbiamo detto può nascere solo dalla fusione dell’ente con il Golgi Redaelli”.

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