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Un gruppo cinese vuole comprare i supermercati Esselunga: offerti 7,5 miliardi di euro

Dalla Cina sarebbe arrivata un’offerta da capogiro per acquisire il gruppo Esselunga, fondato 60 anni fa a Milano da Bernardo Caprotti: 7,5 miliardi di euro. A presentarla Yida international investment, un colosso dei settori immobiliare e dell’energia.
A cura di Francesco Loiacono
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Un supermercato della catena Esselunga
Un supermercato della catena Esselunga

Un'altra grande azienda italiana potrebbe passare in mani straniere. Si tratta del gruppo Esselunga, il colosso dei supermercati fondato a Milano 60 anni fa da Bernardo Caprotti, scomparso lo scorso anno. Secondo un'indiscrezione riportata dal quotidiano "La Repubblica", negli scorsi giorni dalla Cina sarebbe arrivata un'offerta da capogiro: 7,5 miliardi di euro, vale a dire circa il 25 per cento in più del valore del gruppo, stimato lo scorso anno tra i 4 e i 6 miliardi.

A presentare l'offerta agli eredi di Bernardo Caprotti è stato un gruppo cinese attivo nel settore immobiliare e dell'energia, Yida International Investment. Al momento si tratta di una manifestazione di interesse naturalmente subordinata a una due dilgence, vale a dire un controllo dei conti e dello stato di salute della società.

Caprotti aveva auspicato la vendita della società all'estero

Era stato lo stesso Caprotti, nel suo testamento, ad auspicare la vendita del gruppo a una società straniera: la paura più grande dell'imprenditore, morto lo scorso 30 settembre a 90 anni, era infatti che la sua società finisse nelle mani delle Coop rosse, da lui sempre "combattute" in vita (come ben esemplificato dal titolo del suo libro, "Falce e carrello"). Ad avere il controllo effettivo della società, secondo quanto deciso da Caprotti, sono la sua seconda moglie Giuliana Albera e la figlia Marina, con il 66,6 per cento della holding Supermarkets italiani (del gruppo fa parte anche l'immobiliare Villata, che controlla fabbricati e altri asset). Ma per vendere la società servirebbe anche il consenso di Giuseppe e Violetta, figli avuti dalla prima moglie di Caprotti che controllano comunque circa il 30 per cento del gruppo.

Le divergenze tra i diversi rami della famiglia hanno caratterizzato gli ultimi anni di storia dell'Esselunga, con cause e battaglie giudiziarie. L'offerta arrivata dalla Cina – che non è stata confermata né smentita dalla società – rischia di acuirle ulteriormente. Da una parte, infatti, Giuliana Albera e Violetta e Giuseppe Caprotti sembrano essere intenzionati – per motivi diversi – a cedere il gruppo, assecondando le volontà di Bernardo Caprotti. Dall'altra però Marina sembra intenzionata a rimanere alla guida della società, di cui è attualmente vicepresidente. Potrebbe liquidare gli altri soci, ma vi sono divergenze anche sul valore delle loro quote: ed è probabile che adesso l'offerta miliardaria faccia rivalutare tutto al rialzo.

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