Un call center per truffare gli anziani fingendosi parenti in difficoltà: 15 arresti

Avevano organizzato addirittura un call center per truffare decine di anziani, con la tecnica ormai collaudata del parente in difficoltà. Quindici gli arresti in corso tra Milano e Novara nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla procura del capoluogo lombardo. Alle persone finite in manette, dieci italiani e cinque polacchi, è contestata l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
I truffatori si fingevano parenti in difficoltà, simulandone anche la voce
Numerosissimi, secondo gli inquirenti, gli anziani raggirati, principalmente residenti a Milano e alcuni anche in Svizzera. La vecchia, ma purtroppo efficace truffa del finto parente in difficoltà, in questo caso, era stata portata a un livello ulteriore di raffinatezza. Perché le indagini hanno consentito di scoprire un vero e proprio call center in Polonia, da cui partivano le telefonate alle vittime del raggiro. E perché, in alcuni casi, i truffatori sarebbero arrivati perfino a simulare la voce del parente in difficoltà, rendendo in questa maniera più credibile la truffa.
Alcuni anziani sono stati truffati per migliaia di euro
Il meccanismo è sempre lo stesso: i truffatori chiamavano gli anziani e, fingendosi parenti in una situazione di immediata necessità (in genere per un incidente stradale, naturalmente mai avvenuto), chiedevano all'uomo o alla donna dei contanti. A ritirarli provvedeva un'altra persona, che si presentava pochi minuti dopo la telefonata a casa dell'anziano preso di mira. In alcuni casi le vittime sarebbero arrivate, spinte dall'amore per i propri famigliari e dall'agitazione per via della situazione, a dare fino a ottomila euro ai malviventi. In altri casi avrebbero consegnato ai truffatori gioielli.
Sono venti, al momento, le truffe tentate o consumate per cui le quindici persone sono finite in manette. Alcuni di questi episodi sono stati anche filmati. Ma gli inquirenti non escludono che l'inchiesta si possa allargare. A far scattare le indagini è stato l'arresto, nel settembre del 2015, di uno dei componenti della banda. Nella sua disponibilità furono trovati molti cellulari sospetti. Dall'analisi delle sim e dei numeri di telefono gli inquirenti sono risaliti al call center in Polonia e ai bracci operativi della banda, che invece agivano in Italia e Svizzera riscuotendo il denaro dalle persone truffate.