88 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Uccise un ladro in casa per legittima difesa: Francesco Sicignano riavrà la sua pistola

Dopo l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio volontario a suo carico, il 67enne Francesco Sicignano riavrà la sua pistola. È l’arma con cui il pensionato sparò e uccise il ladro 22enne che si era introdotto nella sua villetta di Vaprio d’Adda, nel Milanese.
A cura di Francesco Loiacono
88 CONDIVISIONI
Immagine

Riavrà la sua pistola Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda che lo scorso 20 ottobre del 2015 sparò e uccise un ladro entrato nella sua villetta, nel Milanese. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Milano Teresa De Pascale, che ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta per omicidio volontario a carico del 67enne. Secondo quanto accertato dall'inchiesta si trattò di legittima difesa: già nel maggio 2016, d'altronde, i pubblici ministeri Alberto Nobili e Antonio Pastore avevano chiesto l'archiviazione per il pensionato. Una richiesta a cui i parenti del ladro ucciso, il 22enne di origini albanesi Gjergi Gjonj, si erano opposto chiedendo ulteriori indagini.

Il giudice ha dato ragione al 67enne

Secondo il giudice, però, Sicignano reagì "nell’immediatezza del pericolo", con una dinamica che "consente di escludere con certezza che l’azione di fuoco sia stata messa in atto come difesa anticipata o preventiva". Secondo quanto ricostruito dal gip, il pensionato non aveva altra scelta: sparò per il "concreto timore di un’imminente aggressione" da parte del 22enne e in assenza di alternative: "Si trovava con la moglie all’interno dell’appartamento chiuso dall’interno senza un’immediata possibilità di seconda uscita", e dunque di scappare. In pochi secondi, vedendosi venire incontro in cucina il ladro, Sicignano gli sparò un colpo che lo centrò al cuore: il 22enne riuscì nonostante la ferita a percorrere qualche metro nel giardino della villetta, prima di accasciarsi al suolo. Una dinamica che all'inizio non aveva convinto appieno gli inquirenti, ma che era stata corroborata anche dalla perizia di un medico legale. E su cui adesso arriva anche il suggello da parte del giudice.

La vicenda di Vaprio d'Adda, come altre analoghe, aveva ravvivato le polemiche relative al confine tra la legittima difesa e la giustizia fai da te. Sicignano, sull'onda del clamore mediatico del caso, era stato anche candidato da Forza Italia alle scorse Comunali milanesi, senza però venire eletto. Adesso il 67enne riavrà la sua pistola: il giudice ha disposto "il dissequestro e la restituzione a Francesco Sicignano della pistola Revolver Cal.38, dei proiettili ad esclusione dei proiettili esplosi che devono essere confiscati e distrutti".

88 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views