Uccise la moglie con 29 coltellate, per il giudice “non ci fu crudeltà”: condannato a 18 anni
Uccise la moglie con 29 coltellate, ma per il giudice senza alcuna "efferatezza d'animo". Luigi Messina, ex guardia giurata di 53 anni, lo scorso ottobre è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di reclusione per l'omicidio volontario della moglie Rosanna Belvisi, avvenuto il 15 gennaio dello scorso anno nell'appartamento della coppia, a Milano. Ma il giudice per l'udienza preliminare di Milano Livio Cristofano ha escluso l'aggravante della crudeltà nei confronti dell'uomo, condannandolo a una pena sensibilmente inferiore rispetto ai 30 anni chiesti dal pubblico ministero Gaetano Ruta. Il motivo è che, come stabilito anche dal medico legale, l'uomo accoltellò la moglie concentrando i colpi "verso regioni del corpo vitali", con l'intenzione dunque di cagionare la morte della consorte senza infliggerle ulteriori sofferenze. Per il giudice si trattò dunque di "un raptus e di una deflagrazione emotiva incontrollabile, piuttosto che la realizzazione di un deliberato intento di arrecare sofferenze aggiuntive alla propria consorte", come si legge nelle motivazioni della sentenza rese note dal quotidiano "Il Giorno".
L'omicidio il 15 gennaio in via Coronelli, a Milano
La pena per l'ex guardia giurata, reo confesso, potrebbe ulteriormente diminuire: il suo avvocato Daniele Barelli ha infatti presentato ricorso in appello chiedendo di riconoscere le attenuanti generiche per l'uomo, proprio in virtù della sua confessione. Il delitto avvenne nell'abitazione della coppia in via Coronelli, al Giambellino. Luigi Messina e la moglie erano tornati da poco da una vacanza a Pantelleria: la mattina del 15 gennaio fecero l'amore, come raccontato dall'uomo, poi litigarono per via del figlio dell'uomo, avuto da una precedente relazione. Messina uccise la moglie con un coltello da cucina, colpendola per 29 volte: poi uscì e andò a giocare alle slot machine nel tentativo di crearsi un alibi. Messo alle strette dagli inquirenti aveva confessato il delitto, ripetendo poi la sua confessione anche davanti al giudice per le indagini preliminari. Il delitto era maturato nell'ambito di un rapporto che andava avanti da 20 anni ma che era stato costellato da molte liti e violenza: "Un inferno", lo aveva definito la figlia di Rosanna Belvisi. Tra i tanti episodio ne era emerso in particolare uno: nel 1995 il 53enne aveva accoltellato alla schiena la donna, che però non l'aveva denunciato.