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Uccise l’ex convivente infilandole uno spillone nel cuore: Carmine Buono condannato all’ergastolo

Nel febbraio del 2012 uccise a San Giuliano Milanese l’ex compagna, la 43enne Antonia Bianco, conficcandole un’arma appuntita nel cuore. Adesso la Cassazione ha confermato l’ergastolo per l’omicida, il 55enne Carmine Buono.
A cura di Francesco Loiacono
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Nel febbraio del 2012 uccise l'ex compagna, la 43enne Antonia Bianco, conficcandole un'arma appuntita nel cuore. Per il 55enne Carmine Buono la condanna è diventata definitiva: sconterà l'ergastolo. Lo hanno deciso i giudici della Cassazione, al termine di una vicenda giudiziaria molto lunga. Buono era stato condannato sia in primo grado sia in appello all'ergastolo, ma i giudici della Suprema corte avevano annullato con rinvio la sentenza disponendo un nuovo processo d'appello, al termine del quale però fu confermato l'ergastolo. Pena che adesso, dopo il nuovo passaggio davanti agli Ermellini, è divenuta definitiva.

L'avvocato dei famigliari della vittima: Grande vittoria per la giustizia

Buono, che si è sempre professato innocente e nel 2015 era stato scarcerato per decorrenza dei termini, tornerà in carcere per espiare la sua pena: "È una grande vittoria per la famiglia della vittima e per la giustizia", ha spiegato l'avvocato della famiglia di Antonia Bianco, Domenico Musicco. Buono è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario e stalking. Il sostituto procuratore generale aveva chiesto l'annullamento con rinvio, sostenendo che si fosse trattato di omicidio preterintenzionale.

L'arma del delitto non è mai stata ritrovata

L'omicidio di Antonia Bianco avvenne il 13 febbraio del 2012 in un appartamento in via Turati a San Giuliano Milanese. Secondo quanto accertato, al culmine di una lite Buono perforò il cuore della donna con un'arma appuntita, forse uno stiletto o uno spillone, che non è però mai stata ritrovata. All'inizio si era pensato a un malore: solo un esame più approfondito aveva permesso ai medici di individuare una piccola, ma letale ferita sotto l'ascella, procurata da un oggetto sottile, ma molto appuntito, che aveva perforato il pericardio della vittima.

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