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Uccide un commerciante di tappeti a Milano: egiziano condannato a morte in patria

Un egiziano di 32 anni, Mohamed Attia Raafat, è stato condannato a morte in Egitto per l’omicidio di un commerciante di tappeti, avvenuto a Milano nel 2013. Subito dopo il delitto Attia era fuggito in patria, dove era stato arrestato nel 2014. Nonostante una condanna all’ergastolo in contumacia in Italia, l’Egitto non ha estradato il 32enne.
A cura di Francesco Loiacono
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Mohamed Attia Raafat, il 32enne condannato a morte
Mohamed Attia Raafat, il 32enne condannato a morte

In Italia era stato condannato all'ergastolo in contumacia per aver ucciso un anziano commerciante di tappeti. Nella sua patria, l'Egitto, dove il 32enne Mohamed Attia Raafat era scappato subito dopo l'omicidio, l'uomo è stato condannato a morte. Adesso al 32enne, ritenuto colpevole dell'uccisione del 79enne commerciante di origini iraniane Parviz Gorjian, non resta che fare appello direttamente alla Corte di Cassazione egiziana. I giudici della Corte d'assise di Zagazig, città a nord del Cairo, lo hanno riconosciuto colpevole di omicidio. Un delitto che per i giudici avvenne al termine di una rapina dell'allora 27enne all'anziano commerciante iraniano.

L'omicidio nel 2013 in via Primaticcio, a Milano

L'omicidio risale al settembre 2013. Parviz Gorjian fu ritrovato cadavere nel suo ufficio-magazzino in via Primaticcio, a Milano. Proprio accanto si trovava la sartoria della famiglia Attia, che in quei giorni però era chiusa per ferie. Secondo i giudici il 32enne, che all'epoca dei fatti aveva 27 anni, uccise il 79enne Gorjian colpendolo al volto e al capo con un paio di forbici. Poi, prima di fuggire, gli prese il cellulare e il portafogli. Il giorno stesso del delitto Attia fuggì in Egitto e fece perdere le sue tracce: fu arrestato solo il 16 novembre del 2014. Sul suo capo pendeva un mandato di cattura europea, ma l'Egitto non ha mai estradato l'omicida, neanche dopo la sentenza dello scorso anno della prima Corte d'assise di Milano. Secondo le fonti giudiziarie citate dall'Ansa, che ha riportato la notizia della condanna a morte dell'imputato, il 32enne si è difeso sostenendo di aver ucciso il 79enne al termine di una colluttazione. A scatenare la violenta lite, sempre secondo Attia, delle minacciose offerte sessuali fatte dalla vittima al ragazzo.

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