Tuffo in Darsena contro i divieti di balneazione, 1000 euro di multa ai consiglieri comunali
Sapevano che il loro gesto non sarebbe passato inosservato. Ma, forse, i quattro consiglieri comunali che lunedì scorso si sono tuffati nella Darsena di Milano per chiedere di "aprirla" alla balneazione, non pensavano che il loro tuffo sarebbe costato loro mille euro ciascuno. A tanto ammonta la multa che è stata elevata a Enrico Marcora, Franco D'Alfonso, Marco Fumagalli e Alessandro Morelli, i primi tre della lista Noi Milano (a sostegno del sindaco Beppe Sala) e l'ultimo della Lega nord.
Il tuffo dimostrativo lo scorso lunedì
Sono loro i coraggiosi che lunedì, intorno alle 13.30, si sono tuffati nelle acque dell'antico porto di Milano davanti a fotografi e cronisti. Un gesto dimostrativo a sostegno della loro iniziativa (di cui è promotore Marcora) per chiedere di rendere balneabile la Darsena. In teoria avrebbero dovuto essere molti di più: la proposta di Marcora aveva infatti incontrato il favore (bipartisan) di molti consiglieri, interessati – per ragioni diverse – a permettere ai milanesi di tuffarsi nel bacino in cui sfociano il Naviglio grande e quello Pavese. Ma tutti gli altri rappresentanti di Palazzo Marino si sono tirati indietro dopo che l'assessore Carmela Rozza aveva negato l'autorizzazione a tuffarsi, che non sarebbe stata presentata entro i tempi prestabiliti (40 giorni).
D'Alfonso: Resterà una tentata multa
E così, alla fine, sono rimasti in quattro i temerari che hanno sfidato le leggi e il meteo (a Milano lunedì pioveva, anche se proprio intorno all'ora di pranzo è spuntato il sole) per il bagno proibito. Adesso dovranno pagare 1.032 euro di multa, ma avrebbe potuto andargli peggio: le sanzioni possono arrivare fino a tremila euro. Chissà però se, alla fine, i consiglieri pagheranno. Sulla propria pagina Facebook il consigliere (ed ex assessore al Commercio) D'Alfonso non ha infatti risparmiato frecciatine nei confronti dell'assessore Rozza: "Stamattina tutti mi chiedono cosa penso della prodedura e dell'entità di quella che resterà una ‘tentata multa' per il bagno in Darsena. La verità è che non ho ancora avuto tempo di elencare l'iperbolico numero di irregolarità commesse dallo sceriffo oggi improvvisato ammiraglio Carmela Rozza perché sto cercando ancora di negoziare con la palestra uno sconto sull'astronomico preventivo per una rimessa in forma appena decente della mia figura fisica ed allo stesso tempo di ritirare tutte le mie imbarazzanti immagini fuori dall'acqua…". Il tuffo, insomma, rischia di alimentare tensioni all'interno della maggioranza a Palazzo Marino.
Le spiegazioni dell'assessore Rozza
Proprio l'assessore Rozza, chiamata in causa da D'Alfonso, aveva spiegato così su Facebook le motivazioni della mancata autorizzazione del tuffo: "I motivi per cui ho ritenuto impossibile autorizzare il ‘tuffo consiliare' sono tanti: mancano la predisposizione del servizio sanitario per eventuali soccorsi e le informative ai Vigili del Fuoco e all’autorità locale di pubblica sicurezza, ovvero gli adempimenti necessari allo svolgimento in sicurezza della manifestazione, fra cui la predisposizione dell’obbligo di cauta navigazione in Darsena. Ciò anche considerando che il divieto di balneazione è connesso alla circostanza che la zona non è attrezzata con bagnini e servizio di soccorso, con in connessi rischi; in più, si evidenziano i rischi in termini di sicurezza che simile iniziativa può comportare, soprattutto pensando al rischio di emulazione da parte dei cittadini, in una zona già molto frequentata nelle ore notturne".