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Truffe su aste giudiziarie al tribunale di Milano: arrestato un intermediario

Un professionista che lavora nell’ambito delle aste giudiziarie del tribunale di Milano è stato arrestato dalla guardia di finanza con l’accusa di truffa aggravata, appropriazione indebita e falsa attestazione a pubblico ufficiale: i militari hanno perquisito anche le abitazioni di tre presunti complici e sequestrato oltre 220mila euro.
A cura di Chiara Ammendola
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Deve rispondere di truffa aggravata, appropriazione indebita e falsa attestazione a pubblico ufficiale il professionista operante nel settore delle aste giudiziarie bandite dal Tribunale di Milano arrestato dalla guardia di finanza in seguito alla richiesta di misura di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari insieme a un decreto di sequestro preventivo per oltre 220 mila euro.

Indagate altre persone dalla guardia di finanza

In casa dell'uomo e di altre tre persone che secondo le indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Milano avrebbero agito insieme all'arrestato sono state eseguite diverse perquisizioni così come presso i luoghi di lavoro. Secondo quanto emerso dalla indagini dei Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Milano, iniziate dopo alcune querele presentate da diverse persone, l'uomo, presentandosi quale intermediario tra i potenziali acquirenti e l’Ufficio delle aste giudiziarie, grazie all'ausilio dei propri complici, abbia messo a segno "molteplici azioni fraudolente ai danni dei clienti interessati alle diverse aggiudicazioni".

L'intermediario modificava gli atti emessi dal tribunale

I militari hanno spiegato che il meccanismo utilizzato per le truffe era sempre lo stesso ed era realizzato anche attraverso seriali operazioni di alterazione degli atti emessi dal Tribunale di Milano (quali anche la sostituzione dei codici IBAN per i versamenti da parte degli aggiudicatari delle aste): gli indagati così dirottavano illecitamente sui propri conti correnti ingenti somme di denaro destinate alle procedure d’incanto. L’indagine è stata coordinata dal Procuratore Aggiunto Eugenio Fusco e dai Sostituti Procuratori della Repubblica Bianca Maria Baj Macario e Carlo Scalas.

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