Truffa e rapina da 50 mila euro a un gioielliere: in manette banda di insospettabili
"Un gruppo di truffatori e rapinatori insospettabili". Gli investigatori della polizia hanno descritto così il gruppo composto da quattro cittadini italiani, tre uomini e una donna, arrestati ieri a Milano con l'accusa di aver truffato e rapinato un gioielliere. Un colpo del valore di 50 mila euro messo a segno prima grazie a un raggiro e poi addirittura con le armi in pugno.
Truffa e rapina a un gioielliere: colpo da 50 mila euro a Milano
I quattro rapinatori, approfittando dei contatti lavorativi di una componente della banda, una 46enne nota sul mercato milanese dell'intermediazione e vendita di pietre preziose, all'inizio dello scorso luglio avevano avvicinato un gioielliere di Milano proponendogli di piazzare per suo conto delle merce – gioielli in oro e varie leghe, con diamanti e pietre preziose – del valore di 50 mila euro a facoltosi cittadini stranieri. In cambio delle pietre preziose il gruppo avrebbe pagato la somma con un assegno circolare.
La vittima minacciata con una pistola in pugno
L'assegno però non è stato mai emesso e il gioielliere non è riuscito a incassare. La vittima si è quindi insospettita e, il giorno previsto per la consegna delle pietre, ha cercato di tirarsi fuori dall'affare. Di fronte al suo rifiuto di concludere lo scambio, i rapinatori hanno risposto estraendo una pistola e poggiandola sul tavolo della gioielleria con fare intimidatorio, quindi gli hanno portato via tutto.
La denuncia e le indagini: arrestati i quattro rapinatori
Lo scorso 19 luglio la vittima si è presentata al commissariato centro della Questura per sporgere denuncia. I quattro del gruppo (di cui fanno parte un 53enne, un 46enne e un 34enne) sono stati rintracciati dagli agenti, coordinati dal commissario Luigi Cantone, e arrestati per rapina in concorso. Uno degli arrestati, l'uomo di 34 anni, aveva alle spalle anche un precedente per omicidio. Le indagini degli investigatori proseguono ipotizzando che lo stesso sistema sia già stato utilizzato in passato per truffare altri professionisti del settore.