Trezzano sul Naviglio, presidio dei lavoratori all’ex fabbrica RiMaflow: sfratto rinviato di 6 mesi
Un presidio iniziato questa mattina all'alba per opporsi all'ordinanza di sgombero nei confronti della fabbrica: siamo a Trezzano sul Naviglio e a dire no allo sfratto ci sono oltre 300 persone tra operai e simpatizzanti della causa che si rifiutano di abbandonare gli spazi della fabbrica RiMaflow occupata circa sei anni fa, dopo l'ennesima cessione perdente a un nuovo proprietario. Lunghe ore a cui è seguita la buona notizia da parte delle delegazione giunta in prefettura per una nuova trattativa atta a rinviare lo sfratto: lo sgombero è stato rimandato di sei mesi. L'accordo è stato raggiunto: ora bisogna lavorare per una RiMaflow 2.0, fanno sapere i delegati. Gli operai hanno iniziato un corteo per le strade della zona industriale di Trezzano dove si trovano gli spazi della fabbrica.
L'accordo in prefettura: un nuova rinascita
Come comunicato in una nota dalla prefettura di Milano, è stato definito un percorso condiviso che comporti innanzitutto il rilascio dell’immobile e l'individuazione di un altro sito idoneo dove trasferire le attività, così da garantire la prosecuzione del progetto Rimaflow e la salvaguardia dell’occupazione dei soci-lavoratori della Cooperativa. "Grande soddisfazione è stata espressa dalle parti per la sinergica cooperazione dei diversi attori che, in un momento economico particolare, si sono impegnati, in un’ottica solidaristica e sociale, per dare speranza al rilancio di nuove attività, a tutela della dignità dei lavoratori e del loro innovativo progetto", fa sapere la prefettura che monitorerà l'attività per controllare che gli impegni presi vengano rispettati
La storia di RiMaflow e dei suoi operai
Sono stati 120 i lavoratori che circa sei anni fa hanno occupato lo stabilimento di circa 30mila metri quadrati dopo la chiusura, avviando diverse forme di lavorazione e produzione artigianale: una sorta di autogestione che è andata avanti per anni grazie all'appoggio di diverse associazioni del territorio e della chiesa di Milano, con gli arcivescovi Scola e Delpini che hanno celebrato diverse volte la messa nei capannoni della fabbrica. Oggi è possibile ammirare il lavoro svolto dai vari laboratori, botteghe artigiane, depositi, attività di stoccaggio e di produzione avviate tutte grazie alla cooperativa avviata dai disoccupati e sostenuta da tantissime persone che nei giorni scorsi si erano mobilitate per chiedere lo stop allo sfratto.