Quattordici anni fa moriva Giorgio Gaber, il “Signor G”
Il primo gennaio del 2003 moriva a Montemagno di Camaiore, in Toscana, Giorgio Gaber, affettuosamente chiamato il "Signor G" dai suoi estimatori come il nome di un suo celebre spettacolo. Gaber, che era nato a Milano il 25 gennaio del 1939, è stato uno dei più influenti uomini della cultura e dello spettacolo dell'Italia del Secondo dopoguerra. Istrionico nelle sue performance, è stato musicista, regista teatrale, attore, cantautore.
Il forte legame con Milano
Un intellettuale la cui figura è molto legata al capoluogo lombardo (celebri alcune canzoni come la Ballata del Cerutti, Goganga, Porta Romana), ma che si è rivolto all'Italia intera, denunciandone spesso in maniera diretta i vizi e le debolezze o descrivendone la classe politica e sociale (Destra-sinistra). Gaber è riconosciuto come l'iniziatore in Italia assieme a Sandro Luporini di un genere, il teatro canzone, ma è ricordato anche per brani scanzonati, come la celebre Torpedo Blu. Ha vinto due Targhe Tenco nel 2001 per il brano “La razza in estinzione” e nel 2003 per l’album “Io non mi sento italiano”, che conteneva l'omonimo brano.