Trans trovata morta in un cassonetto a Brescia: mistero sulla tragica fine di Marta Baroni
Sarà l'autopsia a chiarire le cause della morte di Samantha Marta Baroni, la transessuale di 34 anni il cui cadavere è stato trovato ieri in un cassonetto della spazzatura in via Torricella, a Brescia. Nel quartiere di Urago Mella, dove la 34enne era molto conosciuta, la notizia della sua morte ha sconvolto gli abitanti. In tanti erano forse già pronti al peggio: come riporta il quotidiano "Il Giorno" Marta non dava infatti notizie di sé da diversi giorni, tanto che martedì sera la madre della ragazza, di professione sarta nel suo appartamento popolare Aler, aveva denunciato la scomparsa della figlia.
Marta, che aveva concluso il suo percorso di riconoscimento del nuovo sesso e aveva ottenuto il cambio di nome dall'anagrafe, era stata la titolare di uno studio fotografico nella Bergamasca. Su Facebook si definiva "delusa ma lottatrice, sempre". E nelle foto postate emerge tutta la sua determinazione. Dopo la notizia della sua morte in tanti hanno voluto renderle omaggio. Sotto la sua ultima foto, postata lo scorso 12 agosto, qualcuno scrive: "Spero trovi la serenità che tanto cercavi".
Sul fronte delle indagini, i carabinieri hanno escluso una morte violenta. L'ipotesi è quindi quella di un malore, forse provocato da un'overdose. Ma permane il mistero su come il corpo della donna sia poi finito all'interno del cassonetto, dove gli operatori ecologici dell'A2a lo hanno poi ritrovato mercoledì mattina. I risultati dell'autopsia e degli esami tossicologici, disposti dal pubblico ministero che indaga sul caso, Roberta Panico, serviranno a fare maggiore chiarezza.