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Tragedia nelle acque del lago Maggiore: 15enne muore annegato dopo un tuffo con gli amici

Tragedia nelle acque del lago Maggiore dove un ragazzo di 15 anni è morto dopo essersi tuffato in località Punta Vevere ad Arona: il giovane residente nel Milanese è annegato dopo essere stato risucchiato sul fondo in una zona vietata alla balneazione. Sul posto sono giunti soccorritori e sommozzatori dei vigili del fuoco per recuperare il cadavere.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Un ragazzino di 15 anni originario di Legnano, in provincia di Milano, è morto annegato nelle acque del lago Maggiore dove si era tuffato durante una gita con amici. Il giovane sarebbe stato risucchiato sul fondo mentre nuotava verso una barca nei pressi di Punta Vevera ad Arona: per lui purtroppo non c'è stato nulla da fare e i soccorritori non hanno potuto fare altro che recuperare il suo cadavere sul fondo del lago. A dare l'allarme intorno alle 16.30 di domenica 2 giugno sono stati proprio gli amici che con lui si sono recati per una gita fuori porta nel paesino in provincia di Novara sulle sponde del lago. Stando a quanto riferito dai ragazzi, il 15enne dopo essersi tuffato in acqua stava tentando di raggiungere a nuoto una barca ormeggiata alla boa quando improvvisamente è scomparso: i suoi amici hanno raccontato di averlo sentito urlare e poi di non averlo più visto.

Il 15enne si è tuffato in una zona in cui la balneazione è vietata

Secondo quanto ricostruito dai soccorritori e dai vigili del fuoco giunti immediatamente sul posto dopo la chiamata, il 15enne, residente a Cerro Maggiore, in provincia di Milano, sarebbe stato risucchiato da un gorgo, in una zona del lago che coincide con la foce di un torrente ed è una zona ricca di mulinelli. Il nucleo dei sommozzatori di Milano si è messo immediatamente alla ricerca del giovane il cui corpo è stato avvistato dopo due ore di ricerche a circa cinque metri di profondità. Sul posto sono giunti anche i carabinieri di Arona che dovranno ora ricostruire quanto accaduto: la tragedia è avvenuta in un punto specifico del lago in cui la balneazione è vietata proprio a causa delle caratteristiche dei fondali. In tre anni ci sono già state quattro vittime: nonostante i cartelli di divieto, apposti in ben cinque lingue diverse, sono tanti i giovani che continuano a tuffarsi nelle acque del lago.

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