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Tomba di un ragazzino 16enne profanata a Monza: scomparso un anello

Ancora misteri sul caso della tomba di un ragazzino 16enne profanata a Cavenago Brianza, in provincia di Monza. Secondo la madre del ragazzo tra gli oggetti contenuti nella bara mancherebbe un anello che il figlio portava al dito quando è stato sepolto. Intanto anche nella provincia di Milano è allarme per i numerosi casi di furto nei cimiteri.
A cura di Francesco Loiacono
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Il caso della tomba del ragazzino 16enne profanata a Cavenago Brianza, in provincia di Monza, si tinge ulteriormente di mistero. Secondo alcune indiscrezioni, riportate dal quotidiano La Repubblica, all'appello degli oggetti preziosi inseriti nella bara mancherebbe un anello. La madre del ragazzo, che domenica mattina si è accorta della profanazione, è convinta che suo figlio lo portasse ancora al dito quando è stato sepolto.

I dubbi aumentano se si considera che, come hanno accertato i carabinieri su disposizione della procura di Monza, nessuno degli altri oggetti preziosi depositati nella bara del ragazzo è stato rubato. All'interno della cassa, che è stata aperta dagli ignoti tombaroli, c'erano infatti i bracciali, l'orologio Daytona e gli altri gioielli che i genitori del ragazzo avevano deciso di lasciare vicino al proprio figlio. Un elemento che non dissipae anzi aumenta i dubbi sui motivi che hanno portato alla profanazione. Adesso i genitori del ragazzino, scomparso quattro anni fa in un incidente stradale, dovranno tumulare nuovamente la salma.

Il vicepresidente della Lombardia Cecchetti: "Basta raid nei cimiteri"

Se il furto dell'anello dovesse essere confermato, l'episodio avvenuto vicino Monza andrebbe ad aumentare l'elenco di razzie compiute negli scorsi giorni da ignoti in alcuni cimiteri della provincia di Milano e anche del capoluogo: tra gli altri a Magenta, Novate Milanese, Arese e infine al Cimitero Monumentale di Milano, dove due giorni fa sono stati trafugati due busti in bronzo di Alberto e Antonio Ascari.

Un quadro che inizia a essere preoccupante e che ha iniziato a interessare le istituzioni. La Soprintendenza ha scritto al Comune di Milano per chiedere conto della situazione sicurezza all'interno del Cimitero Monumentale, un vero e proprio museo a cielo aperto dove però, a differenza degli altri musei, la gente può entrare e uscire indisturbata. Allo stesso tempo il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), ha scritto una lettera al prefetto di Milano, al Questore e al comando provinciale dei Carabinieri per chiedere un incontro conoscitivo sull'argomento: "Questi veri e propri raid non si attenuano – ha affermato Cecchetti -. Anzi, come si legge dalla cronaca locale di questi giorni, la situazione rischia ulteriormente di peggiorare, generando un clima generale di insicurezza, a causa dell'estrema facilità con cui gli atti sono stati compiuti e che vanno a colpire anche i sentimenti più profondi delle nostre comunità".

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