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Toga rossa e picchetto d’onore: al Tribunale di Milano camera ardente per Francesco Saverio Borrelli

Magistrati, amici e cariche dello Stato alla camera ardente per Francesco Saverio Borrelli, l’ex procuratore capo scomparso sabato all’età di 89 anni, allestita presso il tribunale di Milano. Presenti il sindaco Beppe Sala e il ministro della Giustizia Bonafede, oltre agli storici colleghi Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo. Visibilmente commosso Antonino Di Pietro.
A cura di Chiara Ammendola
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È stata aperta questa mattina fino alle 12 nei pressi dell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano la camera ardente per Francesco Saverio Borrelli, l'ex procuratore che fu a capo del pool di "Mani Pulite" durante la famosa Tangentopoli degli anni Novanta, morto sabato sabato 20 luglio, nell'hospice dell'Istituto dei Tumori di Milano dopo una lunga malattia. Numerosi tra magistrati, familiari, amici e cittadini hanno voluto rendere omaggio a Borrelli: presenti anche il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il senatore ed ex premier Mario Monti oltre al procuratore Francesco Greco e il procuratore generale Roberto Alfonso. Vicino al feretro, coperto da una toga rossa e accompagnato da rose bianche e dal picchetto d'onore, anche Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, che fecero parte della team di magistrati insieme con Borrelli ai tempi di Mani Pulite. E ancora il sindaco di Milano Beppe Sala e l'ex sindaco Giuliano Pisapia, oltre ad Antonio Di Pietro, uno dei suoi sostituti nel pool che, visibilmente commosso, ha indossato la toga per il picchetto d'onore, ma si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. I funerali si terranno quest'oggi alle 14,45 nella chiesa di Santa Croce di via Sidoli.

Camera ardente Borrelli, Colombo: Sono finite le nostre indagini, ma Tangentopoli non ha cambiato niente dell'Italia

"Mio marito è sempre stato rigido, anche in famiglia, ma dolcissimo – le parole della moglie di Borrelli, Maria Laura Pini Prato, presente alla camera ardente insieme con i figli Andrea e Federica e la sorella – ha sempre ravvicinato tutti, anche quando c'era qualche screzio. Mi mancherà moltissimo". "Un esempio di imparzialità da custodire per le nuove generazioni, determinante per la lotta alla corruzione", il commento del ministro Bonafede dopo aver salutato i familiari di Borrelli. Anche Gherardo Colombo, dopo aver indossato la toga per il picchetto d'onore, ha voluto salutare l'amico e collega: "Sono finite le nostre indagini, ma Tangentopoli non ha cambiato niente dell'Italia, la corruzione è rimasta, magari con caratteristiche diverse". E poi il riferimento a una delle sue citazioni più famose: ‘resistere, resistere, resistere' che è stato un invito a tutta la cittadinanza a rivolgersi veramente alla Costituzione che ha 70 anni ma che è ancora una promessa e non la realtà". Il sindaco Sala ha invece raccontato che i due erano soliti scriversi: "Era una nostra piccola abitudine, forse siamo due persone per certi versi un pò all'antica – ha spiegato il primo cittadino – che rispettano ancora i valori che io riconoscevo in Borrelli, cioè professionalità ma anche equilibrio, stile e cultura". Un lungo applauso dei presenti ha salutato Francesco Saverio Borrelli alla chiusura della camera ardente.

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